Efficientamento energetico e risparmio
Sebbene a prima vista si possa pensare a dei sinonimi, non esiste una perfetta coincidenza tra risparmio energetico ed efficientamento. In particolare, il risparmio energetico misura una riduzione di energia che viene consumata, mediante l'attuazione di interventi che rimuovono fattori che condizionano il consumo energetico. Si tratta, cioè, di interventi che permettono di ridurre i livelli di consumo, tagliando sprechi e ottimizzando l'uso delle fonti di approvvigionamento e impiego dell'energia. Ad esempio, costituiscono interventi di risparmio energetico quelli che mirano ad un miglior isolamento termico degli edifici (coibentazioni, rifacimento di infissi, e così via), oppure l'adozione di pratiche virtuose come il minor periodo di accensione degli impianti o l'uso entro certe fasce orarie degli elettrodomestici, e così via. Queste attività possono non coincidere con un miglioramento dell'efficienza energetica (il cd. efficientamento energetico), dal momento che quest'ultimo misura il rapporto tra immissione di energia e rendimento in termini di produzione (di servizi o merci nel caso di attività industriali) o di consumi (e quindi, di emissioni, nel caso di attività private/abitative). In altri termini, l'efficientamento mira a conseguire il medesimo risultato, in termini produttivi o di necessità umane, con minori livelli di consumo: in questo caso, quindi, l'obiettivo non è un minor impiego di energia, ma una sua allocazione migliore. Peraltro, un miglior consumo comporta anche un risparmio energetico, sia a livello di costi (dal momento che si traduce in un minor consumo), sia a livello ambientale (perché si ottengono minori emissioni inquinanti).