Va subito sottolineato che anche se spesso nel linguaggio comune questi due termini sono spesso utilizzati come sinonimi, in realtà essi rappresentano due differenti modalità di richiesta della fornitura di gas. Quando il precedente inquilino non ha fatto richiesta di disdetta del contratto, il nuovo inquilino può fare richiesta di voltura. La voltura prevede semplicemente la variazione dell'intestatario connesso al contatore, ossia all'utenza specifica. Per richiedere la voltura bisogna inviare al fornitore una serie di informazioni, nello specifico i dati del richiedente, l'indirizzo dell'appartamento per cui si fa richiesta di voltura, la matricola del contatore e il codice PDR, entrambi riportati sul contatore stesso. Per poter procedere alla voltura, inoltre, è necessario che la richiesta sia firmata contestualmente sia dal richiedente sia dal vecchio intestatario, ossia dall'inquilino uscente che dovrà fornire anche i propri dati anagrafici e, se richiesto, il numero cliente. Questo procedimento prevede dei costi che possono variare a seconda del fornitore e altri che, invece, sono fissi. Inoltre, le spese sono differenti a seconda che si effettui una voltura verso il mercato libero o verso il servizio di maggior tutela. Le spese previste per la voltura nel mercato libero sono soprattutto quelle legate ad oneri amministrativi o a un deposito cauzionale, richiesto da alcuni fornitori. Nel caso di voltura verso il servizio di maggior tutela, invece, si pagano solo i costi amministrativi, che sono definiti dall'ARERA. Quando si parla di subentro, invece, si sta parlando dell'attivazione di un nuovo contratto di gas perché il precedente inquilino ha provveduto a disdire la fornitura prima di cambiare casa. Il subentro, quindi, è un vero e proprio nuovo contratto che prevede, anche in questo caso, alcuni costi fissi e altri variabili a seconda dei fornitori.