PIANO TRANSIZIONE 5.0: COS'É E COME FUNZIONA

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Per le aziende che desiderano rendere più sostenibili i propri processi produttivi ci sono delle importanti e interessanti agevolazioni che potrebbero rendere il passaggio ad un’era green ancora più vantaggioso. Sebbene il secondo bando del “Parco Agrisolare” si sia appena chiuso, le prospettive di una terza edizione e l’approvazione degli incentivi per il piano Transizione 5.0 consentono alle imprese di godere di importanti misure che rendono più agevole l’efficientamento sostenibile dei processi produttivi che prevedono anche una riduzione dei consumi. 

Piano Transizione 5.0: cos'è

Il 2 marzo 2024 sono state pubblicate le disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, tra cui anche il Piano Transizione 5.0 che prevede circa 6.3 miliardi di euro, che si aggiungono ai 6.4 miliardi previsti dalla Legge di Bilancio, per un totale di 13 miliardi destinati alla transizione green tra il 2024 e il 2025. 

Il MIMIT ha poi pubblicato ad agosto il decreto direttoriale recante i termini a decorrere dai quali le imprese potranno presentare la prenotazione del credito d’imposta “Transizione 5.0”.

In particolare, il provvedimento stabilisce che tali comunicazioni possono essere presentate telematicamente a partire dal 7 agosto 2024 sul sito internet del GSE.

Il Piano, esplicitato all’articolo n.38 nella Gazzetta Ufficiale, riconosce crediti di imposta alle imprese italiane che nel 2024 e 2025 effettuano o effettueranno interventi di ristrutturazione e innovazione a condizione che questi siano finalizzati ad una riduzione dei consumi energetici.

Tra i soggetti interessati ci sono tutte le imprese residenti in Italia, incluse le organizzazioni di soggetti residenti a prescindere dal settore nel quale operano, dalla dimensione e dal regime fiscale che ne determina il reddito. 

Come funziona il Piano di Transizione 5.0

La Transizione 5.0 prevede un’agevolazione sotto forma di credito d’imposta, che sarà proporzionale alla spesa che le aziende effettueranno per la realizzazione di infrastrutture che consentano la riduzione di almeno il 3% dei consumi energetici.

La riduzione di questi consumi dovrà dipendere da investimenti effettuati per l’acquisto di beni materiali e immateriali, che abbiano a che fare con la transizione ecologica. In particolare, tra questi beni rientrano anche software e sistemi di monitoraggio che consentano di verificare l’andamento dei propri consumi e sistemi che consentano di autoprodurre energia o che apportino delle migliorie in termini di efficiena energetica.

Inoltre, è prevista anche un’agevolazione per la formazione del personale al fine di migliorare la transizione verso processi di produzione più sostenibili.

I requisiti d’accesso e di esclusione al Piano di Transizione 5.0

Per poter accedere all’agevolazione, le imprese dovranno:

  • Investire in processi di riduzione dei propri consumi energetici;
  • Rispettare a pieno le norme di sicurezza sul luogo di lavoro;
  • Aver versato regolarmente i contribuzi previdenziali e assistenziali dei propri dipendenti.

Infatti, l’agevolazione non dipende dalla dimensione o dal numero di dipendenti dell’azienda. Tuttavia, le imprese non potranno richiedere l’agevolazione se:

  • Si trovano in stato di liquidazione o in difficoltà finanziaria;
  • Hanno ottenuto delle sanzioni interdittive;
  • Hanno dei processi produttivi che non rispettano il Do No Significant Harm, ovvero il principio secondo cui non dovrebbero arrecare alcun tipo di danno significativo all’ambiente e all’ecosistema. Nonostante ciò, sono comunque previste delle eccezioni.

Come richiedere l’agevolazione del Piano Transizione 5.0

Per poter accedere al piano, sarà necessario presentare una richiesta che potrà essere di due tipologie diverse: saranno accettate si delle certificazioni ex ante, che attestano la potenziale riduzione dei consumi energetici derivante dagli investimenti progettati, e successivamente delle certificazioni ex post, che invece dimostrino che effettivamente si è ottenuta una riduzione grazie ai beni acquistati.

In particolare, la procedura richiede che l’azienda presenti una Comunicazione Preventiva insieme alla certificazione ex ante, attraverso l’area clienti del sito del GSE. Le comunicazioni saranno gestite in ordine cronologico e verificate sulla base dei documenti inviati e del rispetto del limite massimo dei costi di cui ogni singola impresa può beneficiare, pari a 50 milioni

Successivamente, entro 30 giorni dalla ricevuta di conferma, le aziende dovranno emettere una comunicazione che attesti l’ordine effettuato e accettato dal venditore con un pagamento d’acconto. Successivamente, dopo aver completato il processo di innovazione sarà necessario inviare una Comunicazione di completamento, insieme alla certificazione ex post, che attesti l’avvenuto processo e la riduzione dei consumi energetici.

Entità dell’agevolazione del Piano Transizione 5.0

Sono ammessi tutti gli investimenti in beni finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo: escluse le biomasse, mentre sono oggetto di beneficio anche gli impianti di stoccaggio dell’energia prodotta. 

L’entità dell’agevolazione varia a seconda dell’investimento: 

  • 35% del costo per gli investimenti fino ad un massimale di 2.5 milioni di euro
  • 15% del costo per investimenti da 2.5 milioni a 10 milioni di euro 
  • 5% del costo per investimenti oltre 10 milioni 

Le aziende che decidono di godere dei benefici del Piano Transizione 5.0 possono farlo esclusivamente attraverso la compensazione, presentando apposito F24 – ossia maturando un credito d’imposta - messo a disposizione dal GSE attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate. 

Quali sono gli interventi oggetto di agevolazione del Piano Transizione 5.0

Sono oggetto di agevolazione i beni materiali e immateriali, nuovi e strumentali all’esercizio d’impresa a condizione che si ottenga una riduzione dei consumi energetici per unità produttiva pari al -3% o pari al -5% sul processo produttivo. Il decreto prevede una maggiorazione in caso in cui la riduzione sia superiore alla percentuale minima richiesta. 

All’interno del decreto viene poi inserita una specifica per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici la cui installazione è ammissibile solo quando: 

  • vengono utilizzati moduli prodotti negli Stati dell’Unione Europea
  • efficienza a livello di modulo pari almeno al 21,5%.

È prevista una maggiorazione del credito d’imposta qualora vengano utilizzati moduli con efficienza di cella almeno pari al 23,5%. Rientrano tra i costi ammissibili anche quelli per la formazione del personale, a condizione che non superino il 10% dell’investimento e comunque con tetto massimo di 300.000€.

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