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TRANSIZIONE ENERGETICA
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Con il termine transizione energetica si intende il passaggio verso economie sostenibili, attraverso l’uso di energie rinnovabili, e l’adozione di tecniche di risparmio energetico e di sviluppo sostenibile. L’interesse verso questo tema, in Europa soprattutto, è testimoniato dalle direttive che mirano a rendere più ‘Green’ e sostenibile il nostro pianeta; le previsioni suggeriscono come l’Europa potrebbe liberarsi del tutto dei combustibili fossili entro il 2050. In particolare, secondo il rapporto previsionale di Bloomberg New Energy Finance sulla transizione energetica (New Energy Outlook 2019), si ipotizza che eolico e fotovoltaico peseranno circa metà del mix elettrico mondiale nel 2050; questo grazie alla continua crescita delle installazioni, favorita, a sua volta, dai costi in rapida diminuzione per queste due fonti rinnovabili.
Che cos'è la transizione energetica
Il concetto di transizione energetica presuppone una fase di passaggio da una struttura produttiva interamente basata sulle fonti energetiche non rinnovabili, soprattutto energie fossili come gas naturale, petrolio e carbone, ad una alimentata da energie rinnovabili.
Il risultato dello sfruttamento intensivo delle risorse energetiche non rinnovabili ha portato ad alcune conseguenze tra cui:
- Esaurimento delle risorse energetiche: le risorse energetiche disponibili sono presenti in quantità limitata sulla Terra, ed ogni unità consumata equivale ad una minore unità disponibile;
- Inquinamento: lo sfruttamento delle risorse di energia fossile ha causato problemi di inquinamento locale, regionale, internazionale e globale e quindi la modifica degli ecosistemi e dell'ambiente nel quale l'uomo vive e produce. Di conseguenza, le fonti di energia adesso e in futuro dovranno rispettare vincoli ambientali sempre più stringenti per permettere ad un ecosistema, ormai molto delicato e fortemente influenzato dalla crescita demografica, di continuare a vivere.
Attualmente le fonti fossili sono ancora alla base di oltre l’80% dei consumi globali di energia. Alla luce di questi dati appare fondamentale quanto sia necessario un cambio di rotta per ridurre la dipendenza da questo tipo di energia e, al tempo stesso, limitare l'aumento di temperatura a cui è sottoposto il Pianeta.
Il passaggio da vecchie fonti di energia non rinnovabili a quelle rinnovabili può avvenire attraverso la progressiva sostituzione degli impianti di produzione o la loro conversione. Tuttavia, anche il potenziamento degli impianti convenzionali, può portare grossi benefici: la produzione diventa più efficiente con un conseguente risparmio energetico e l’impatto ambientale si riduce.
Se i vantaggi delle fonti energetiche rinnovabili sono evidenti, è opportuno sottolineare allo stesso tempo alcune criticità:
- Aleatorietà delle fonti: l’utilizzo di fonti rinnovabili è limitato dalla disponibilità potenziale della risorsa. Ad esempio, lo sfruttamento dell'energia idrica e di quella eolica è limitato rispettivamente dalla quantità di precipitazioni e dalla forza del vento in una determinata zona.
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Limite di stock: le risorse rinnovabili hanno il pregio di rigenerarsi col passare del tempo, ma ciò non vuol dire che siano eterne: un tasso di sfruttamento più alto del tasso di rigenerazione della risorsa ne provoca la riduzione di stock (per esempio la biomassa).
A questo proposito è opportuno ricordare che il 12 aprile 2019 si è svolto a Brindisi il convegno sulla transizione energetica dal titolo “La transizione energetica verso la decarbonizzazione: le sfide del Piano Energia Clima”. Durante tale manifestazione, in seguito alla pubblicazione del Piano Energia e Clima che ha fissato per il 2025 il target di decarbonizzazione della produzione energetica nel nostro paese, si è posto l’obiettivo di avviare un confronto tra i principali stakeholder pubblici e privati: tale confronto ha come fine individuare di comune accordo soluzioni industriali, tecnologiche ed impiantistiche necessarie a consentire una transizione equilibrata, garantendo la stabilità del sistema elettrico nazionale ed un più solido sviluppo delle fonti rinnovabili verso una produzione energetica sostenibile e decarbonizzata.
Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee
Tra i principali obiettivi della transizione energetica c’è la decarbonizzazione, un processo che richiede un impegno concreto da parte di ogni nazione come sancito dall’Accordo di Parigi del 2015: in questa occasione, ben 197 Paesi hanno confermato la loro volontà di intraprendere azioni rapide ed efficaci finalizzate a rallentare i cambiamenti climatici. Ad oggi, 157 Stati hanno definito gli obiettivi nazionali per il raggiungimento del target generale, ovvero far sì che l’incremento della temperatura del pianeta rimanga inferiore ai 2°C.
Alcuni fattori importanti da considerare riguardo al tema della transizione energetica sostenibile sono i seguenti:
- I promotori della transizione energetica: diversi paesi, in particolare i più tecnologicamente avanzati, si sono dimostrati i più motivati verso la conservazione dell'ambiente naturale. L’Unione Europea sta incentivando attivamente la transizione dell'Europa verso una società a basse emissioni di carbonio, e sta aggiornando le regole per facilitare i necessari investimenti pubblici e privati nella transizione verso l'energia pulita. La transizione verso basse emissioni di CO2 ha lo scopo di creare un settore energetico sostenibile che stimoli la crescita, l'innovazione e l'occupazione. Gli Emirati Arabi Uniti (EAU) nel 2017 hanno lanciato il progetto “Energy Strategy 2050”, che mira a generare il 44% dell’energia elettrica da fonti di energia pulita, ridurre le emissioni di CO2 del 70% e migliorare l’efficienza energetica del 40% entro il 2050. Inoltre, hanno contribuito sensibilmente a ridurre il costo degli impianti rinnovabili, in particolare attraverso lo sviluppo delle tecnologie alla base degli impianti fotovoltaici e dei sistemi a concentrazione solare.
- Ostacoli alla transizione energetica: la principale criticità ad una totale transizione energetica è identificabile nel costo degli impianti a fonti rinnovabili, resi economicamente sostenibili soltanto grazie alla presenza di incentivi regolati dal GSE.
- Etica e transizione energetica: per accelerare e portare a compimento la transizione energetica dai combustibili fossili alle energie rinnovabili è necessaria un’azione convergente dei quattro fattori principali della civiltà umana: scienza, etica, economia e politica. Per una transizione energetica è indispensabile una rivoluzione nelle abitudini di consumo di tutti i cittadini del mondo.
Finanziamento della transizione energetica
Secondo l’International Institute for Sustainable Development, per sostenere la transizione energetica verso fonti di energia pulita è sufficiente impiegare una piccola parte degli attuali sussidi ai combustibili fossili. Infatti, basterebbe il 10% dei sussidi destinati ai combustibili fossili.
Negli ultimi anni si è registrata una crescita del binomio crowdfunding e transizione energetica, sono infatti nate diverse campagne di crowdfunding dedicate agli investimenti energetici. Queste piattaforme vengono gestite da stakeholder che coinvolgono direttamente i cittadini consentendo loro di partecipare e beneficiare economicamente degli investimenti sostenuti.
I maggiori sviluppi in seguito all’utilizzo di queste piattaforme si evidenziano in Europa: Gran Bretagna, Francia, Olanda e Germania sono le nazioni più performanti sia per presenza di piattaforme che per volume finanziato.
Oltre il 90% delle piattaforme attive sono di tipo finanziario (equity e lending), cioè finalizzate all’investimento e alla raccolta di capitali; il resto delle piattaforme propone progetti di donation o reward.
Le piattaforme finanziarie propongono progetti definiti dallo studio di equity, lending o community shares:
- Progetti di lending: gli investitori “prestano” il loro denaro in cambio di una remunerazione futura che può talvolta basarsi sulla vendita dell’energia rinnovabile prodotta attraverso il progetto stesso. Nello studio i progetti di lending sono differenziati a seconda della tipologia di strumento di debito offerto (short and long term debt, fund).
- Progetti di equity o community shares: gli investitori acquisiscono quote di aziende o cooperative attive nella produzione di energia pulita, beneficiando quindi dei dividendi emessi in funzione della performance economica dell’investimento energetico sottostante.
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