SCAMBIO SUL POSTO:
CHE COS’È E COME FUNZIONA
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Lo Scambio Sul Posto (SSP) era un servizio gestito dal GSE che permetteva di valorizzare l’energia immessa nella rete elettrica nazionale dagli utenti. Negli ultimi anni, il quadro normativo europeo e nazionale in materia di energia ha subito importanti trasformazioni, con l’obiettivo di promuovere una maggiore integrazione delle fonti rinnovabili e una gestione più efficiente del sistema elettrico.
Scambio sul posto: che cos’è e come funziona
In questo contesto si inserisce il superamento del regime di scambio sul posto (SSP). Con l’entrata in vigore del decreto legislativo 199/2021, che recepisce la direttiva RED II, e il successivo decreto ministeriale del 30 dicembre 2024, è stato avviato un processo di transizione verso nuovi meccanismi di valorizzazione dell’energia, più coerenti con il mercato elettrico attuale e con gli obiettivi di decarbonizzazione.
A partire dal 29 maggio 2025, il regime di scambio sul posto (SSP) non sarà più accessibile per i nuovi impianti di produzione di energia elettrica. Questa decisione, adottata dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) con la deliberazione 78/2025/R/EFR, recepisce quanto previsto dall’articolo 9 del decreto legislativo 199/2021.
Gli impianti che entreranno in esercizio dopo tale data dovranno adottare modalità alternative per la valorizzazione dell’energia immessa in rete, come il regime di ritiro dedicato. Per gli impianti già in esercizio, invece, è previsto un processo di uscita graduale dal regime di scambio sul posto: al raggiungimento dei 15 anni dalla prima sottoscrizione della convenzione SSP, questa non potrà più essere rinnovata.
Inoltre, per tutti gli impianti attivati entro il 29 maggio 2025, sarà possibile presentare richiesta di accesso allo scambio sul posto solo fino al 26 settembre 2025. Il GSE, i gestori di rete e Terna sono tenuti ad aggiornare le rispettive procedure, comunicazioni e sistemi informativi per garantire l’attuazione efficace di queste disposizioni.
Cos'è lo Scambio Sul Posto e come funzionava
Il servizio di Scambio Sul Posto era erogato dal GSE e permetteva di compensare l’energia elettrica immessa in rete in un determinato momento con quella prelevata in un momento diverso da quello in cui si aveva la produzione.
Per capire come funzionava lo Scambio Sul Posto, si può pensare alla rete elettrica nazionale come a un “magazzino virtuale” di energia. Il termine “virtuale” viene usato perché l’energia non veniva immagazzinata in batterie fisiche ma era immessa in rete e scambiata successivamente.
Di giorno normalmente si ha produzione da parte dell’impianto fotovoltaico e, se in quel momento si hanno richieste da parte delle utenze collegate, l’energia viene consumata istantaneamente. In caso contrario, il surplus veniva immesso in rete. Di sera o nei momenti in cui non c’è produzione a causa del maltempo, invece, vi è un prelievo dalla rete per soddisfare le richieste dei carichi.
Secondo questo meccanismo quindi, l'utente proprietario di un impianto fotovoltaico continuava a pagare la sua bolletta con il fornitore che ha scelto e, in particolare, pagava solo l'energia prelevata nei momenti in cui il suo impianto non era in funzione.
Che guadagno si aveva dallo Scambio Sul Posto?
Una volta noto il quantitativo di energia scambiata con la rete elettrica, grazie alle periodiche letture dei contatori, era possibile determinare l’entità del contributo dello Scambio Sul Posto, ovvero un rimborso che ripaga l’utente per l’energia che ha immesso in rete. La remunerazione era data dalla vendita dell’energia e in aggiunta il rimborso di parte dei servizi di rete, escluse le imposte.
Oltre a questo, c’era l’eventuale pagamento delle eccedenze nel caso in cui, alla fine dell’anno, il valore economico delle immissioni in rete sia maggiore del valore economico dei prelievi fatti. Per le eccedenze sono disponibili due opzioni: richiedere una liquidazione in denaro sul conto oppure definire un credito per il contributo dell’anno successivo.
Qual era la differenza tra il Ritiro Dedicato e lo Scambio Sul Posto?
Ritiro Dedicato e Scambio sul Posto erano spesso confusi tra loro: la differenza principale sta nel fatto che lo scambio permetteva di compensare tra l'energia immessa e quella prelevata dalla rete, mentre il ritiro consentiva di vendere direttamente l’energia prodotta.
Tuttavia, come anticipato, dal 1° gennaio 2025 lo Scambio sul Posto non è più attivo, sebbene esistano diversi servizi alternativi che consentono comunque a chi ha un impianto fotovoltaico di avere accesso a moltissimi vantaggi.
Quali sono le alternative allo Scambio sul Posto?
Anche se lo SSP non è più attivo, sono presenti comunque diverse alternative. In particolare:
- L’adesione ad una Comunità Energetica Rinnovabile (REC): si tratta di gruppi di utenti che si associano per produrre, condividere e consumare energia rinnovabile;
- L’autoconsumo collettivo: un sistema in cui più utenti, che fanno parte dello stesso edificio o condominio, condividono l’energia prodotta da un impianto rinnovabile comune;
- Accedere al Ritiro Dedicato: un meccanismo che contente di vendere l’energia elettrica in eccesso e di ricevere un compenso calcolato in base ai Prezzi Zonali Orari o ai Prezzi Minimi Garantiti.
Sorgenia, ad esempio, ha attivo il servizio MySunlight BuyBack, che ti consente di vendere l'energia che non consumi. Misuriamo l’energia che produci e immetti ogni mese, calcoliamo i corrispettivi mensili che ti spettano e li accreditiamo mensilmente direttamente sul conto corrente che ci hai indicato.
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