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L'ANDAMENTO DELLE RINNOVABILI IN ITALIA
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L'Italia ha assunto alcuni importanti impegni volti all'efficientamento energetico e al raggiungimento di determinate quote di produzione di energia da fonti rinnovabili, come ricavato dalla Direttiva 2009/28/CE. In particolare, si impone agli stati membri l'obiettivo di raggiungere entro il 2020 una quota di consumi lordi pari ad almeno il 17% dell'energia coperta da fonti rinnovabili. A che punto si trova l'Italia rispetto a questi obiettivi?
I dati sull'andamento delle rinnovabili in Italia
Le più recenti risultanze statistiche (formulate dal GSE - Gestore dei Servizi Energetici) attestano i dati relativi alla diffusione delle energie rinnovabili e i trend relativi allo sviluppo da attendersi per gli anni successivi. Da quanto emerge, al 2017, l'Italia ha ottenuto una quota dei consumi da fonte rinnovabili pari al 17,41%, di cui circa il 7% per il settore dei trasporti. All'interno di questo dato, emerge quindi come l'Italia sia tra i paesi europei più virtuosi, posizionandosi al terzo posto tra i Paesi EU per consumi di energia provenienti da fonti rinnovabili. Ne deriva, sempre dati alla mano, un possibile trend di crescita (obiettivo non vincolante) che vedrà per l'Italia una penetrazione delle fonti rinnovabili per il comparto elettrico pari a circa il 26% del totale, entro il 2020, quasi dieci punti percentuali sopra i livelli attestati come obiettivo ( vincolante) dalla Direttiva comunitaria.
La produzione di energia elettrica "verde" in Italia
Ma a quanto corrisponde, in termini di energia consumata, il dato relativo alla diffusione delle rinnovabili in Italia? Sempre stando alle statistiche a disposizione, è possibile calcolare che, alla fine del 2016, il consumo finale lordo di energia proveniente da fonte rinnovabile in Italia è stato pari a 21,1 Mtep, che equivalgono ad un’ energia di circa 880.000 TJ (tera-joule), o 245 TWh (tera-watt/ora). Di tale somma delle produzioni è possibile riscontrare che una metà si concentra nel settore della produzione di energia termica, grazie all'utilizzo della biomassa solida e agli impianti con pompa di calore (con una quota stimata intorno ai 10,5 Mtep).Poco meno di metà, invece, si concentra nel settore elettrico, dove la quota di produzione da energia rinnovabile ammonta a circa 9,5 Mtep: in questo caso, a contribuire notevolmente sono soprattutto le fonti idroelettriche e, in misura sempre più crescente, il solare fotovoltaico, l'eolico e le bioenergie. In particolare, il fotovoltaico in Italia assomma ad un volume di produzione (nel 2017) pari a circa 19,7 GW, con una crescita del 10,8% rispetto al 2016. Anche per l'eolico si attesta una crescita (superiore al 23%), con una produzione di potenza superiore ai 359 MW, principalmente localizzata in impianti di grandi dimensioni (con potenza superiore ai 5 MW), ma sempre più diffusa anche negli impianti con minore capacità, grazie anche alle politiche di incentivi per gli impianti sotto i 60 kW. Infine, il tradizionale settore idroelettrico ha registrato anch'esso una crescita, molto più diffusa nei termini degli impianti di minori dimensioni, per i quali si è attestata una quota di crescita superiore al 60% e un volume di investimenti superiore ai 270 milioni di euro. La quota rimanente fa riferimento, invece, al settore dei trasporti, con un consumo complessivo di circa 1,1Mtep.
Lo stato degli investimenti in rinnovabili
Nonostante il trend ampiamente positivo sulla crescita del settore energetico da fonti rinnovabili, è da registrare una crescita non troppo entusiasmante degli investimenti (pubblici e privati) nell'incremento di nuovi impianti. In particolare, per i nuovi obiettivi comunitari che fissano al 2030 quote di produzione da rinnovabili obbligatorie molto più elevate, si stima la necessità di intervenire con investimenti superiori ai 60 miliardi di euro: l'obiettivo, infatti, è di triplicare la potenza proveniente dal solare e raddoppiare quella eolica. Nel dettaglio, la crescita attesa per il triennio 2018-2020, pur encomiabile nella sua cifra media di 8-10 GW complessivi, si presenta comunque inferiore di 2-3 GW rispetto agli scenari previsti dalla Strategia Energetica Nazionale. Vuoto che andrà colmato con l'incremento degli impianti nei prossimi anni e, soprattutto, con una nuova politica di incentivi.
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