Come si compone la bolletta del condominio
La fornitura di energia elettrica per gli spazi comuni va, per legge, intestata al condominio e rientra nella categoria di "uso non domestico".
Questa previsione non vale solo se il condominio è composto da 2 unità abitative, altrimenti la regola - che piaccia o meno - è questa.
L'uso non domestico, però, prevede che la quota "fissa" di costi nel contratto di fornitura sia piuttosto onerosa, quasi il triplo di quella prevista per una bolletta di casa, classificata invece come "domestico-residente". Si tratta, purtroppo, di una disposizione dell'Autorità per l'Energia che, quindi, non è derogabile da nessuna società di fornitura: questo significa che confrontando le offerte dei diversi fornitori, non si troverà alcun risparmio su questo importo.
Oltre a questa quota fissa, ci sono altre voci che compongono, normalmente, il prezzo finale di una bolletta elettrica condominiale: - costo dell'energia effettivamente consumata; - spese per il trasporto dell'energia e per la gestione del contatore; - altri oneri di sistema; - imposta al 10%, agevolata per fortuna, come per la categoria "domestico-residente". Le associazioni dei consumatori sostengono, dai confronti eseguiti, che il costo puro dell'energia elettrica corrisponde, solitamente, al 25% del costo finale in bolletta. Il resto della spesa, purtroppo, è praticamente costante e nessun fornitore ha margine per ridurlo.
L'unico importo su cui, volendo, si potrebbe risparmiare cercando una tariffa di mercato più economica è il costo puro dell'energia, consapevoli del fatto che si tratta solo di una porzione del costo totale.