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Il piano cottura a induzione rappresenta una soluzione alternativa al fornello a gas per cucinare. Pratico, sicuro e dotato di un ottimo livello di efficienza energetica, se associato al giusto contratto di fornitura di energia elettrica può risultare molto vantaggioso. Le domande più frequenti afferenti a questo argomento riguardano l’entità di consumo di un piano a induzione, i costi da sostenere e la convenienza rispetto ad un piano cottura a gas.

Quanto consuma un piano a induzione

Nell’ambito delle scelte di arredamento e degli elettrodomestici per la propria cucina, negli ultimi anni si è diffusa molto l’opzione del piano cottura a induzione. Questa soluzione, invece di sfruttare il gas metano dei fornelli tradizionali, funziona grazie all’energia elettrica. Sotto al piano cottura sono infatti posizionate delle bobine che generano un campo magnetico e che emanano calore quando rilevano la presenza delle apposite pentole.

Il piano cottura a induzione presenta diversi vantaggi, tra cui:

  • praticità: il piano a induzione, essendo dotato di una superficie completamente liscia, vanta una grande facilità e velocità del processo di pulizia;
  • sicurezza: questo tipo di piano è molto sicuro, principalmente per due motivi. Innanzitutto, non avendo la fiamma, si evita il rischio di incendio o di fughe di gas. In secondo luogo, il processo di induzione è in grado di scaldare la pentola senza che il piano si scaldi eccessivamente;
  • minore impatto ambientale: il piano a induzione può essere collegato a una fonte di energia rinnovabile, come un impianto fotovoltaico, riducendo l’impatto ambientale del processo di realizzazione dei pasti.

I benefici di cui tutti sono alla ricerca, tuttavia, riguardano l’aspetto energetico: quanto consuma un piano cottura a induzione? Non esiste una risposta univoca a questa domanda, perché i consumi di un piano a induzione possono dipendere da vari fattori:

  • utilizzo: diverse persone utilizzano in modo diverso il piano cottura a induzione. I consumi in kWh, quindi, possono variare in base a quanto e come sono sfruttati i fornelli;
  • contratto di fornitura di energia elettrica: la potenza e la convenienza stabiliti dal contratto possono influenzare quanto consuma un piano di cottura a induzione;
  • classe energetica di appartenenza: la classe energetica di un edificio determina il relativo fabbisogno energetico e influenza i consumi di ogni elettrodomestico.

È importante sottolineare che chi passa da un piano cottura a gas a un piano cottura a induzione potrebbe avere la necessità di incrementare la potenza disponibile, passando da un contratto a 3kW a uno a 4.5 kW o 6 kW. Un singolo fornello a induzione, infatti, al massimo della potenza, può assorbire anche 2000 Watt, e al momento dell’accensione quasi 3500 Watt. Mantenendo la potenza dell’impianto a 3 kW si rischia che il contatore salti se si utilizza il piano a induzione in contemporanea con un altro elettrodomestico.

Piano cottura a induzione: costi e consumi

Analizzando il panorama dei piani a induzione, oltre al consumo, è necessario prendere in considerazione i costi. Innanzitutto, l’installazione di un piano cottura a induzione richiede dei costi iniziali, per l’acquisto non solo dell’elettrodomestico (che, tendenzialmente, costa di più rispetto a un piano a gas), ma anche delle apposite pentole e padelle (quelle tradizionali non vanno bene).

Una volta effettuato l’investimento iniziale, tuttavia, questa soluzione può portare a un risparmio economico nel lungo periodo.

Grazie all’elevato livello di efficienza, infatti, i consumi del piano a induzione non risultano particolarmente elevati e, di conseguenza, la bolletta non troppo pesante. L’efficienza è dovuta ai tempi di cottura più brevi e alla minima dispersione termica. Ovviamente, i costi possono variare in base alle modalità di utilizzo del piano a induzione.

Le cucine a induzione non sono tutte uguali e i consumi (e di conseguenza i costi) dipendono anche dai picchi di assorbimento massimi, cioè dalla quantità massima di energia usata in caso di utilizzo contemporaneo di più piastre o di una piastra al massimo della potenza. Cucinare evitando le impostazioni massime di potenza permette di mantenere un buon livello di gestione del piano a induzione e dei consumi, assicurando velocità di cottura, ma anche praticità e risparmio.

Infine, la componente più rilevante riguarda il problema dei costi legati all’uso di corrente elettrica. Una cucina a induzione è conveniente se si dispone di un contratto di energia elettrica altrettanto conveniente. Sottoscrivere un contratto che assicuri costi più bassi della media permette di cucinare con il proprio piano a induzione in tutta serenità.

 

Consumo di piano a induzione vs gas: il confronto

Prima di compiere definitivamente la scelta di passare a un piano a induzione, è bene confrontare i consumi, i costi e i benefici che questa opzione offre rispetto a un piano cottura a gas.

Generalmente, un piano cottura a induzione consuma meno rispetto a una classica cucina a gas. Il minore consumo della cucina a induzione è dato da una migliore gestione dell’uso dell’energia: infatti il calore che viene prodotto durante l’induzione è concentrato esclusivamente sulla pentola, senza alcuna dispersione. Di conseguenza, il processo di cottura richiede molto meno tempo e risulta più efficiente.

Il rendimento energetico (rapporto tra l’energia fornita e quella assorbita) dei piani a induzione è molto alto, superiore al 90%, quasi il doppio rispetto a quelli a gas (circa 50%). Inoltre, esiste la possibilità di collegare il piano a induzione ad un impianto di pannelli fotovoltaici, il che consentirebbe un risparmio notevole sui costi dell’energia.

 

 

Il presente testo è aggiornato al 19 Maggio 2023

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