Accise energia elettrica: come si calcolano
Le accise energia elettrica sono tra le principali voci di spesa della bolletta della luce, dove vengono talvolta mascherate con altri nomi (imposta di consumo, imposta di produzione, ecc.). Le aliquote sono diversificate in base ai kWh consumati e al tipo di consumi (civili o industriali). A differenza, dell'Iva (Imposta sul Valore Aggiunto), che si calcola sul valore di ogni kilowatt, l'accisa è calcolata sulla quantità di energia elettrica consumata. Ciò significa che, a parità di energia consumata, si paga un prezzo identico a prescindere dall'operatore energetico scelto. Inoltre, maggiore è il consumo, maggiore sarà l'accisa dovuta.
L'imposta si calcola applicando un'aliquota fissa o proporzionale ad ogni kWh consumato. Relativamente ai consumi domestici, l'accisa per l'energia elettrica è fissata in 0,0227 euro per kWh. Per le abitazioni intestate a residenti che consumano meno di 150 kWh al mese è prevista l'esenzione dall'accisa. L'Iva, invece, si paga in termini di percentuale su tutte le voci di spesa che compongono la bolletta, compresa l'accisa, per cui ci troviamo nella situazione paradossale di pagare una tassa su un'altra tassa.
Per quanto riguarda i locali adibiti ad uso industriale o commerciale, l'aliquota varia a seconda dei seguenti scaglioni di consumo: - per consumi fino a 200.000 kWh al mese: 0,0125 €/kWh; - per consumi compresi tra 200.000 e 1,2 milioni kWh al mese: 0,0075 €/kWh; - per consumi superiori a 1,2 milioni di kWh al mese: 0,0125 €/kWh per i primi 200.000 kWh, mentre per la parte rimanente un fisso di euro 4.820 euro mensili.
Come si può notare, all'aumentare dei consumi mensili l'aliquota diminuisce fino a raggiungere un fisso forfetario per le aziende "energivore", cioè con forti consumi.