QUANDO CONVIENE CAMBIARE FORNITURA DI LUCE E GAS?
Cambiare il fornitore di energia elettrica e di gas è piuttosto facile. Non si devono fare interventi in casa, non sono previste interruzioni di servizio e generalmente, il nuovo fornitore si occupa anche delle pratiche di disdetta nei confronti del vecchio. Ma quando conviene cambiare fornitura di luce e gas? Scopriamolo insieme valutando i seguenti elementi, indispensabili per una scelta consapevole.
Gli utenti italiani possono ora scegliere liberamente il proprio fornitore, anche se la maggioranza continua a mantenere contratti con gli ex-monopolisti.
Cosa è cambiato con la liberalizzazione del mercato del gas e dell'energia?
Fino ai primi anni del 2000 il mercato italiano dell'energia elettrica e del gas era in condizione di monopolio: due soggetti, Enel per la luce ed Eni per il gas, erano gli unici fornitori sul territorio e stabilivano i prezzi. L'introduzione dell'Autorità per l'Energia Elettrica, il Gas ed il Sistema Idrico (ARERA), a metà degli anni '90, ha assicurato alcune tutele per i consumatori, ad esempio il monitoraggio dei prezzi praticati, in un'ottica di maggiore trasparenza. Finalmente, nell'anno 2003 si completa la liberalizzazione del mercato del gas e nel 2007 dell'energia elettrica. Da quel momento, ciascun utente ha la facoltà di scegliere il fornitore che ritiene più adatto o più conveniente rispetto alle sue necessità. In realtà, secondo alcune statistiche, solo un terzo degli italiani ha aderito al mercato libero scegliendo il proprio fornitore, tutti gli altri hanno ancora contratti con gli ex-monopolisti.
Ma che cosa significa esattamente "fornitore"?
Il fornitore di energia elettrica o di gas è il penultimo soggetto della filiera energetica e dopo il fornitore c'è il consumatore finale. Prima del fornitore, però, ci sono almeno altri 2 soggetti: il gestore dell'energia e il distributore. Il gestore dell'energia è il soggetto che si occupa del suo trasporto, reti elettriche e gasdotti sono le principali vie di trasporto dell'energia e del gas. I gestori, proprietari delle reti, sono più di uno nel nostro paese. Tuttavia, dal momento che l'investimento per la realizzazione di nuove reti è quasi proibitivo, più del 90% delle reti sono ancora detenute da 2 soggetti (Terna per la luce e Snam rete Gas). I distributori di energia, invece, sono i soggetti che si occupano del trasporto e della consegna di energia elettrica e gas ai consumatori finali; sono anche i proprietari dei contatori. Gli allacciamenti, le misurazioni/letture e i guasti sono argomenti di cui si occupano i distributori. Anche nella distribuzione hanno iniziato ad emergere altri soggetti oltre agli ex-monopolisti, ma al momento sono ancora Enel-distribuzione e Snam a servire la stragrande maggioranza degli utenti.
Il costo che si paga per l'energia e per il gas che arrivano nelle nostre case è molto superiore al costo dell'energia e del gas che effettivamente consumiamo.
Quanto pesa la "fornitura" in bolletta?
Prima di iniziare a confrontare le offerte dei diversi fornitori con l'obiettivo di rivedere il costo che si paga, vale la pena capire quanto, effettivamente, è possibile risparmiare. Le bollette di gas e luce si suddividono nelle stesse voci:
- costo per il servizio di vendita;
- costo per il servizio di rete;
- imposte e accise.
Il costo che si paga per l'energia e per il gas che arrivano nelle nostre case, questo si sa, è molto superiore al costo dell'energia e del gas che effettivamente consumiamo. E questo, ovviamente, perché bisogna remunerare tutta la filiera energetica. Dalle analisi di associazioni per i consumatori emerge che il costo che si paga per i Kw/h di luce o i metri cubi di gas consumati equivalgono al 30% circa della bolletta, tutto il resto sono spese fisse o calcolate in proporzione al consumo, che non si possono evitare nemmeno cambiando fornitore.
Come si valuta il cambio di fornitura?
Sommersi da un mare di offerte, di promozioni e di sconti sul prezzo dell'energia e del gas è difficile capire quale sia l'offerta migliore. Beh, si tenga presente che l'offerta più vantaggiosa in assoluto non esiste. Dipende sempre dalle caratteristiche dei propri consumi in termini di unità consumate, fasce orarie di utilizzo, luogo di residenza. Contano anche le proprie preferenze sulla modalità di pagamento, sul tipo di fatturazione e poi la propria propensione ad un prezzo variabile o fisso. Esiste però uno strumento previsto dalla legge che dovrebbe aiutare a compiere queste valutazioni e confrontare le diverse opzioni: la scheda di confrontabilità. Si tratta di una tabella che deve essere mostrata e consegnata al cliente in occasione della proposta di contratto e che riassume le condizioni offerte da un fornitore. Deve indicare la stima della spesa annua, al netto delle imposte, di un cliente che decide di aderire all’offerta e quella che lo stesso cliente pagherebbe se usufruisse del servizio di "maggior tutela", ovvero con le condizioni economiche stabilite dall’Autorità. In ottica di trasparenza, poi, la scheda deve indicare anche gli eventuali oneri accessori previsti dal contratto, le modalità di variazione del prezzo se previste, la descrizione degli sconti promessi o dei bonus previsti.
Quando conviene cambiare?
Il prezzo di vendita di un'unità di energia non è l'unico argomento da valutare. Ad esempio, una grandezza da non trascurare è la tipologia di prezzo praticata: fisso o variabile. Il prezzo variabile è sempre in linea con quello del mercato e, quindi, potrebbe cambiare nel corso della fornitura: cambia trimestralmente anche il prezzo imposto dall'Autorità ai contratti degli ex-monopolisti. ll prezzo fisso è una garanzia, ma sarà certamente maggiore del variabile dovendo scontare le incertezze del prezzo di mercato. Tutto sommato, a nostro parere, conviene cambiare fornitura se le condizioni complessive dell'offerta migliorano l'esperienza degli utenti (pagamenti più semplici, fatture via mail, prezzi bloccati e costi sempre prevedibili) anche se il costo finale della bolletta non dovesse cambiare in modo così rilevante.
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