IL CAMBIAMENTO CLIMATICO: COS'È, CAUSE E CONSEGUENZE

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Oggi il cambiamento climatico è un processo incontestabile ma non ineluttabile, un fenomeno che ha ormai superato qualsiasi possibile scetticismo. Il mondo scientifico da molti anni cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica sui mutamenti climatici, mostrando con dati e studi che il clima sta cambiando. D’altronde, le variazioni climatiche sono evidenti e diffuse in tutto il pianeta, come dimostrano i tantissimi esempi di cambiamenti climatici nel mondo.

Da qualche anno l’impegno globale nella lotta ai cambiamenti climatici è diventato più forte e concreto, con molti paesi e istituzioni che si stanno adoperando seriamente per contrastare il cambiamento del clima attraverso piani di riduzione delle emissioni di gas serra. Ad ogni modo, i problemi climatici sono una questione molto seria, per questo serve una profonda comprensione dei cambiamenti climatici in atto, per capire cosa succederà se continueremo su questa strada e quali sono le possibili soluzioni per salvaguardare il pianeta.

Un cartello di una manifestazione per combattere il cambiamento climatico

La lotta ai cambiamenti climatici è un tema sempre più presente a livello globale

 

Cos'è il cambiamento climatico

Nel contesto attuale, il primo passo da compiere è comprendere bene cosa sono i cambiamenti climatici, un passaggio essenziale per sapere a cosa ci si riferisce esattamente quando si cita il climate change. Secondo la definizione di cambiamento climatico delle Nazioni Unite, si tratta dei cambiamenti di lungo termine dei modelli meteorologici e delle temperature. In particolare, questo processo naturale che si verifica da milioni di anni sulla Terra, a causa delle variazioni del ciclo solare, negli ultimi 2 secoli è stato accelerato dalle attività antropiche.

In questo caso non bisogna fare confusione tra il cambiamento climatico e il riscaldamento terrestre, due fenomeni interconnessi ma distinti. Lo stesso vale per il tempo e il clima, termini che vengono spesso confusi e usati in modo intercambiabile ma che in realtà hanno significati diversi.

A fare chiarezza ci ha pensato la NASA, l’agenzia governativa degli Stati Uniti che si occupa di ricerca aerospaziale e programmi spaziali, specificando bene il significato di questi termini e processi:

  • Tempo: indica le condizioni atmosferiche che si manifestano a livello locale e per un breve periodo, da pochi minuti ad alcuni giorni, come le piogge, i temporali, il vento e le inondazioni;
  • Clima: si riferisce ai modelli di precipitazioni, umidità e temperatura di lungo termine, da una stagione ad alcuni decenni, relativi a una regione o all’intero pianeta;
  • Riscaldamento globale: è l’aumento di lungo termine del sistema climatico della Terra causato dalle attività umane a partire dal periodo preindustriale;

Cambiamento climatico: è un’alterazione di lungo termine dei modelli meteorologici medi che definiscono i climi a livello locale, regionale e globale.

Il cambiamento climatico: la spiegazione semplice

In parole molto semplici, potremmo definire il cambiamento climatico come l’aumento delle temperature medie della Terra. Le cause del cambiamento climatico sono legate soprattutto all’uso di combustibili fossili come il carbone, il petrolio e il gas.

L’uso di questi combustibili amplifica l’effetto serra, che è un fenomeno naturale che consente alla Terra di scaldarsi al punto da essere abitabile. Tuttavia, l’attività umana ha aumentato notevolmente questo effetto e ciò ha portato al riscaldamento globale.

Le conseguenze del cambiamento climatico sono diverse e tutte disastrose: lo scioglimento dei ghiacciai, eventi meteorologici estremi come uragani, tempeste, siccità e cambiamenti significativi negli ecosistemi, con il rischio di perdere specie animali e vegetali molto importanti.

Vediamo adesso nel dettaglio quando è iniziato, quali sono state le sue cause e le conseguenze in modo più approfondito.

Quando è iniziato il cambiamento climatico

Il cambiamento climatico è iniziato nel 1800, quando a causa di un’industrializzazione basata sull’utilizzo dei combustibili fossili le attività umane hanno cominciato a produrre ingenti emissioni di gas serra nell’atmosfera.

Secondo la NASA, il clima della Terra è cambiato più volte nel corso della storia, in genere per l’effetto di minuscole variazioni dell’orbita terrestre, in quanto alterano la quantità di energia solare ricevuta dal pianeta. Negli ultimi 650.000 anni i ghiacci sono avanzati e si sono ritirati 7 volte, attraverso cicli della durata di migliaia di anni.

L’attuale cambiamento climatico in corso, però, è diverso rispetto a quelli registrati in passato. La NASA ha rilevato come il diossido di carbonio, uno dei principali gas ad effetto serra responsabile della mutazione del sistema climatico, sia rimasto al di sotto di 300 parti per milione da 800.000 anni fa fino al 1950.

È da questo momento che è stato rilevato un brusco e mai visto prima incremento della concentrazione di diossido di carbonio nell’atmosfera, salito in poco più di mezzo secolo ad oltre 400 parti per milione. Per fissare una data in merito a quando sono iniziati i cambiamenti climatici, dunque, è possibile considerare proprio il 1950.

Quali sono le cause del cambiamento climatico

La cause dei cambiamenti climatici sono numerose e legate tra loro, tuttavia all’origine di questo processo c’è l’impiego delle fonti fossili, ovvero l’utilizzo di carbone, petrolio e gas. La combustione di questi composti, creatisi nel corso di milioni di anni, genera una quantità elevata di gas climalteranti (ovvero gas con la capacità di alterare il clima) che vengono rilasciati nell’atmosfera. Quando si stabilisce da cosa è causato il cambiamento climatico, infatti, l’effetto serra è il primo fenomeno che bisogna considerare.

Per comprendere le cause delle variazioni climatiche è necessario quindi capire cosa sono i gas serra. Si tratta di gas che permangono a lungo nell’atmosfera terrestre impedendo al calore di fuoriuscire, tra cui si annoverano il vapore acqueo (H2O), il protossido d’azoto (N2O), l’anidride carbonica (CO2) e il metano (CH4).

Ovviamente non è soltanto la combustione delle fonti fossili a provocare il riscaldamento globale e le mutazioni del clima, infatti secondo le Nazioni Unite tra le principali cause dei cambiamenti climatici si possono distinguere:

  • Disboscamento per le attività agricolo e zootecniche, con la riduzione della capacità delle foreste di sottrarre CO2 dall’atmosfera;
  • Produzione di energia elettrica e termica tramite la combustione di carbone, gas naturale e petrolio;
  • Produzione di beni attraverso l’utilizzo di fonti non rinnovabili, sia prodotti di consumo che materie prime e semilavorati;
  • Attività agricole in quanto prevedono l’impiego di fonti fossili, il disboscamento e l’utilizzo di prodotti chimici e farmaceutici;
  • Trasporti pubblici e privati con mezzi dotati di motori endotermici alimentati con i combustibili fossili (benzina, diesel, metano, GPL, kerosene);
  • Edifici residenziali e aziendali, a causa dell’elevato consumo di elettricità e gas metano;
  • Stili di vita orientati a un consumismo eccessivo che pesa sul pianeta e richiede una quantità di risorse ed energia non sostenibile.
     

Quali sono le conseguenze del cambiamento climatico

Gli effetti del cambiamento climatico sono innumerevoli, alcuni dei quali potrebbero diventare irreversibili. Uno di questi è la forte riduzione dei ghiacciai, con l'Artide e l’Antartide che sono sempre più minacciati dal surriscaldamento globale.

Lo scioglimento dei ghiacciai delle regioni polari, inoltre, comporta una serie di gravi problemi per tutto il pianeta, come l’innalzamento del livello del mare e il rilascio nell’atmosfera di grandi quantità di gas climalteranti racchiusi nei ghiacci perenni.

I ghiacciai che si sciolgono a causa del cambiamento climatico

Gli effetti del cambiamento climatico nel mondo

 

Tra le conseguenze dei cambiamenti climatici c’è anche l’aumento dei fenomeni meteorologici violenti. In molte zone geografiche si stanno verificando con maggiore frequenza eventi catastrofici come inondazioni, precipitazioni estreme, temporali, tifoni, uragani e tempeste. Un chiaro esempio delle conseguenze della crisi climatica sono le precipitazioni che hanno colpito la città di Petropolis in Brasile lo scorso marzo, quando in poche ore è caduta la quantità di pioggia prevista per l’intero mese causando la morte di oltre 200 persone, oppure le inondazioni sempre più frequenti che ogni anno colpiscono il Nord dell’India.

I disastri causati dal cambiamento climatico sono anche riconducibili alle siccità prolungate che affliggono alcune aree geografiche della Terra, con lunghi periodi di totale assenza di precipitazioni che mettono a rischio milioni di persone in tutto il mondo e rafforzano processi come la desertificazione e le tempeste di sabbia. Bisogna considerare anche i danni dei cambiamenti climatici di tipo economico, infatti gli eventi meteorologici violenti e le mutazioni del clima costano miliardi di euro di soldi pubblici e privati, risorse che vengono sottratte agli investimenti in educazione, salute e welfare sociale.

Non vanno trascurati gli effetti dei cambiamenti climatici sull’uomo, come la scarsità di cibo in alcune regioni o la riduzione dei pesci a causa dell’acidificazione degli oceani, la povertà che costringe milioni di persone a migrare per motivi climatici e i rischi per la salute fisica e mentale legati alla malnutrizione e alle conseguenze dei fenomeni meteorologici estremi. Secondo le Nazioni Unite, ogni anno ci sono oltre 23 milioni i migranti climatici, persone obbligate a lasciare la propria terra a causa della scarsità idrica, del calore eccessivo e delle inondazioni continue, un fenomeno che colpisce soprattutto le comunità più fragili e i paesi più vulnerabili.

Cambiamenti climatici: cosa succederà?

Per la NASA, i rischi dei cambiamenti climatici stanno causando effetti irreversibili per le generazioni presenti, con conseguenze che potrebbero peggiorare nei prossimi decenni e provocare danni ancora più ingenti per le generazioni future. Secondo il Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC), dall’analisi delle prove scientifiche prodotte fino ad oggi è probabile che i danni del cambiamento climatico siano considerevoli e aumenteranno nel tempo. Gli scienziati prevedono un aumento della perdita di ghiaccio marino, l’accelerazione dell’aumento del livello del mare e ondate di calore sempre più intense e lunghe.

Le previsioni sui cambiamenti climatici si basano su modelli matematici complessi, dai quali emerge come la temperatura globale potrebbe continuare ad aumentare per molti decenni a venire, con una stima di un incremento da 1 a 3°C.

Secondo l’IPCC, i cambiamenti climatici in futuro provocheranno situazioni molto diverse nelle varie regioni della Terra, con alcune zone che potranno trarre beneficio dalle mutazioni del clima e altre invece che saranno compromesse e penalizzate dalle variazioni climatiche. Per la NASA, il cambiamento climatico continuerà per tutto il secolo in corso e anche oltre, con effetti di lungo termine come:

  • Temperature medie globali sempre più alte;
  • Allungamento della stagione senza gelo e di quella di crescita;
  • Variazioni dei modelli regionali di precipitazioni;
  • Maggiore siccità e ondate di calore più lunghe;
  • Aumento del livello del mare da 0,30 a 2,40 metri entro il 2100;
  • Serio rischio di perdita totale di ghiaccio nell’Artico;

Uragani sempre più intensi e forti.

Come combattere il cambiamento climatico

Nonostante la difficile situazione esistono delle possibili soluzioni per i cambiamenti climatici, in grado se non di arrestare completamente questi processi di ridurne gli effetti e mitigare le variazioni del clima.

Oggi molti paesi hanno intrapreso azioni per contrastare il cambiamento climatico, con sforzi congiunti a livello globale per la riduzione delle emissioni di gas serra iniziati con il Protocollo di Kyoto del 1997 e proseguiti con l’Accordo di Parigi sul clima del 2015. Con quest’ultimo, in particolare, è stato fissato l’impegno globale a limitare l’aumento della temperatura terrestre almeno di 1,5°C, fino a un massimo di 2°C, rispetto al livello di emissioni del 1990.

Per fermare il cambiamento climatico l’Unione Europea ha stabilito degli obiettivi ancora più ambiziosi, infatti la strategia a lungo termine dell'UE prevede la riduzione del 55% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030, con il raggiungimento della neutralità climatica nel continente entro il 2050.

La stessa direzione è stata intrapresa dalle Nazioni Unite attraverso l’Agenda 2030, un programma per lo sviluppo sostenibile volto a garantire un pianeta sano e vivibile anche alle future generazioni, valorizzando la sostenibilità ambientale e una crescita rispettosa del pianeta e del benessere di tutta la popolazione del pianeta.

Oltre alle azioni globali, essenziali per garantire effetti adeguati delle politiche di sostenibilità, i rimedi al cambiamento climatico richiedono la partecipazione di tutti, soprattutto delle popolazioni dei paesi più ricchi e industrializzati. D’altronde, anche un piccolo gesto può fare la differenza nella lotta per salvare il pianeta dalle conseguenze del riscaldamento globale e delle mutazioni irreversibili del clima. Per sapere cosa possiamo fare per il cambiamento climatico, ecco alcuni suggerimenti proposti dal Centro Regionale Informazioni delle Nazioni Unite in merito alle azioni individuali climaticamente positive:

  • Risparmiare energia elettrica e termica all’interno dell’abitazione, come l’utilizzo di luci a LED a basso consumo, energia da fonti rinnovabili e dispositivi ad alta efficienza energetica;
  • Scegliere le soluzioni di mobilità sostenibile come i mezzi pubblici, i veicoli elettrici, l’utilizzo del treno al posto dell’aereo quando possibile e la bici al posto dell’automobile;
  • Mangiare meno carne e seguire un’alimentazione sostenibile e salutare ricca di frutta, verdura, cereali integrali e legumi;
  • Viaggiare solo quando strettamente necessario, utilizzando laddove possibile le tecnologie digitali per evitare spostamenti non improrogabili;
  • Evitare lo spreco di cibo per preservare le risorse alimentari e ridurre le emissioni di carbonio causate dal settore agricolo e dall’industria alimentare;
  • Preferire le soluzioni circolari orientate al riciclo, al riuso e alla riparazione dei beni di consumo;
  • Scegliere una fornitura da energie rinnovabili e sostenibili per soddisfare il proprio fabbisogno energetico, attivando una fornitura green e se possibile supportandola con un impianto fotovoltaico in casa;
  • Acquistare solo prodotti eco-friendly e rispettosi dell’ambiente con una carbon footprint bassa;

Essere attivisti ambientali impegnati nella difesa dell’ambiente e spingere i decisori politici a realizzare strategie di contrasto al cambiamento climatico.

Il cambiamento climatico in Italia

Anche il nostro Paese è colpito dalle conseguenze delle variazioni del clima. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il cambiamento climatico sta causando in Italia una serie di eventi meteorologici estremi, tra cui piogge particolarmente intense, lunghe ondate di calore e allagamenti delle zone costiere, aumentando il rischio di incendi a causa della siccità e peggiorando la qualità dell’aria che respiriamo.

Tra i disastri naturali causati dal cambiamento climatico in Italia ci sono le 105 trombe d’aria registrate nel 2021, un record assoluto dal 1970, i recenti allagamenti che stanno colpendo il Sud Italia e l’incremento del numero di frane causate dallo scioglimento dei ghiacciai rilevato dall’Ispra.

Secondo il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), le variazioni del clima possono aumentare le differenze tra Nord e Sud, costare fino all’8% del PIL e mettere a rischio interi settori strategici del nostro Paese. Dalle stime dell’OMS, in Italia entro il 2100 i giorni di calore estremo passeranno da 75 a 250 all’anno, mentre il CNR stima 45 mila persone evacuate a causa degli eventi meteorologici estremi dal 2010 ad oggi. È evidente come la situazione richieda un piano di lungo termine contro gli effetti del cambiamento climatico, soprattutto in un territorio storicamente fragile come il nostro, agendo sia sulla riduzione delle emissioni di CO2 sia sulla protezione delle zone geografiche maggiormente esposte alle mutazioni del clima.

 

 

Il presente testo è aggiornato al 5 agosto 2024

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