RAFFRESCAMENTO A PAVIMENTO: VANTAGGI, FUNZIONAMENTO E LIMITI
Il raffrescamento a pavimento è una soluzione innovativa e sempre più apprezzata per mantenere gli ambienti domestici freschi durante la stagione estiva. A differenza dei tradizionali climatizzatori, questo sistema utilizza l'ampia superficie del pavimento per distribuire in modo uniforme la freschezza, creando un microclima piacevole e naturale. È ideale per chi cerca comfort abitativo senza rinunciare a un impianto discreto e privo di elementi visibili all'interno delle stanze.
Questa tecnologia si basa sullo stesso principio degli impianti radianti per il riscaldamento: al posto dell’acqua calda, circola acqua fredda a bassa temperatura, assorbendo il calore presente negli ambienti e abbassando così la temperatura interna.
Come funziona il raffrescamento a pavimento
Il raffrescamento a pavimento sfrutta una rete di tubazioni annegate nel massetto sotto la superficie calpestabile. All’interno di questi tubi scorre acqua fredda, solitamente a una temperatura compresa tra i 15 e i 18 °C. Il principio fisico alla base del funzionamento è quello dello scambio termico: il pavimento assorbe il calore presente negli ambienti e lo trasferisce all’acqua refrigerata, abbassando così la temperatura interna.
Per massimizzare l’efficienza del sistema, è importante che l’impianto sia abbinato a una pompa di calore reversibile o a un chiller. Inoltre, l’effetto di raffrescamento è più omogeneo rispetto ai climatizzatori tradizionali, perché l’intera superficie del pavimento contribuisce alla riduzione della temperatura, eliminando il fastidioso effetto di aria fredda diretta.
Un aspetto fondamentale è il controllo dell’umidità relativa: affinché il sistema funzioni correttamente e senza disagi, l’impianto deve essere gestito insieme a un sistema di deumidificazione integrato.
I pro e i contro del raffrescamento a pavimento
Il raffrescamento a pavimento offre numerosi vantaggi:
- Comfort elevato: garantisce una distribuzione uniforme della temperatura, senza sbalzi termici o correnti d’aria fastidiose.
- Estetica: non ha unità interne visibili come split o bocchette, lasciando libere le pareti e preservando l’estetica degli ambienti.
- Efficienza energetica: utilizza acqua a bassa temperatura, contribuendo a ridurre i consumi rispetto ai tradizionali impianti di climatizzazione.
- Versatilità: spesso è integrabile con impianti di riscaldamento a pavimento già esistenti, sfruttando lo stesso circuito.
Tuttavia, ci sono anche alcuni svantaggi da considerare:
- Rendimento limitato in condizioni estreme: in giornate particolarmente calde e umide, potrebbe essere necessario l’uso complementare di deumidificatori per evitare la formazione di condensa.
- Tempi di risposta: il sistema ha tempi di reazione più lunghi rispetto ai climatizzatori, poiché lavora su grandi superfici e necessita di tempo per stabilizzare la temperatura.
- Costo di installazione: l’investimento iniziale può essere più elevato, soprattutto in caso di ristrutturazioni, rispetto all’installazione di un impianto di climatizzazione tradizionale.
Cosa fare in caso di umidità e condensa
Uno dei principali aspetti da monitorare nel raffrescamento a pavimento è il rischio di umidità e condensa. La formazione di condensa avviene quando la temperatura del pavimento scende sotto quella del punto di rugiada, creando accumuli di umidità superficiale che possono risultare fastidiosi e, nel tempo, dannosi per i rivestimenti.
Per prevenire questi problemi è fondamentale:
- Installare un deumidificatore: abbinare l’impianto a un sistema di deumidificazione aiuta a mantenere sotto controllo l’umidità relativa interna.
- Gestire correttamente le temperature: evitare di impostare temperature dell’acqua troppo basse, mantenendo il pavimento sempre sopra il punto di rugiada.
- Utilizzare centraline di controllo avanzate: le moderne centraline climatiche monitorano costantemente i parametri ambientali e regolano l’impianto in modo da prevenire situazioni di rischio.
In presenza di umidità eccessiva, è consigliabile effettuare un controllo tecnico per verificare la corretta taratura dell’impianto e delle impostazioni di deumidificazione.
Quanto consuma l'impianto di raffrescamento a pavimento?
Dal punto di vista energetico, il raffrescamento a pavimento è considerato un sistema a basso consumo, soprattutto se confrontato con i climatizzatori tradizionali. Questo perché utilizza acqua refrigerata a bassa temperatura e lavora in modo costante e graduale, senza picchi di assorbimento elettrico.
Per fare un esempio pratico, un impianto efficiente può consumare tra i 15 e i 30 kWh al metro quadro all’anno, a seconda delle condizioni climatiche e delle caratteristiche dell’immobile. Un altro elemento che contribuisce a contenere i costi è l’uso di una pompa di calore a elevata efficienza energetica.
Scegliere una fornitura luce conveniente è essenziale per ottimizzare la spesa complessiva. Abbinare l’impianto a un’offerta luce competitiva, come quelle proposte da Sorgenia, permette di mantenere bassi i costi energetici e godere del massimo comfort senza sorprese in bolletta.
I costi del raffrescamento a pavimento
Il costo di installazione di un impianto di raffrescamento a pavimento può variare sensibilmente in base a diversi fattori: superficie da climatizzare, caratteristiche dell’edificio e tipologia di impianto scelto.
In media, per un’abitazione standard, il costo oscilla tra i 70 e i 100 euro al metro quadro, comprensivi di materiali, posa e avviamento. È importante considerare anche le eventuali spese aggiuntive per la deumidificazione e la gestione climatica avanzata.
Se l’impianto è integrato in un sistema di riscaldamento a pavimento già esistente, i costi possono essere più contenuti. Nonostante l’investimento sia significativo, i benefici a lungo termine – in termini di comfort e risparmio energetico – rendono il raffrescamento a pavimento una soluzione interessante e sostenibile per chi desidera climatizzare la propria abitazione in modo intelligente e green.

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