PRESCRIZIONE BOLLETTE: COSA SIGNIFICA E QUANDO SI APPLICA

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La prescrizione delle bollette è un concetto fondamentale da conoscere per ogni consumatore di luce, gas e acqua. Capire cosa significa e in quali casi si applica può aiutare a tutelarsi da richieste di pagamento non più valide, specialmente quando si ricevono fatture molto vecchie o inaspettate.

 

Cos’è la prescrizione delle bollette

In termini giuridici, la prescrizione è il periodo di tempo oltre il quale un creditore (in questo caso il fornitore di energia) perde il diritto di esigere un pagamento, se nel frattempo non ha intrapreso azioni formali per richiederlo.

Applicato alle bollette, questo significa che:

  • Se trascorre un certo numero di anni senza che l’utente riceva alcuna richiesta formale di pagamento (es. sollecito o messa in mora), il diritto di incasso si estingue;
  • L’utente può legittimamente rifiutarsi di pagare quegli importi, invocando la prescrizione.

È importante sottolineare che la prescrizione non cancella il debito in senso assoluto, ma impedisce al fornitore di pretenderne legalmente il pagamento se il termine è decorso senza interruzioni formali.

Quando una bolletta si considera “prescritta”

Una bolletta si considera prescritta quando:

  • È decorso il termine legale di prescrizione (vedremo in seguito di quanti anni si tratta);
  • Non sono stati inviati solleciti, comunicazioni ufficiali o interruzioni formali che riavviino il conteggio del tempo;
  • L’importo si riferisce a consumi precedenti alla data di prescrizione e viene fatturato solo successivamente.

Attenzione: non basta che la bolletta sia “vecchia” per essere automaticamente prescritta. È necessario verificare la data del consumo, non quella di emissione della fattura, e controllare se nel frattempo sono arrivate altre comunicazioni rilevanti.

Per far valere la prescrizione, l’utente deve agire attivamente, contestando l’importo con una comunicazione formale (PEC, raccomandata A/R o modulo messo a disposizione dal fornitore).

Dopo quanti anni scatta la prescrizione

Fino a qualche anno fa, i fornitori di energia elettrica, gas e acqua avevano diritto a richiedere il pagamento di fatture non saldate fino a 5 anni dopo il consumo. Oggi, invece, i tempi sono cambiati: la legge ha introdotto limiti più severi, pensati per tutelare i consumatori da richieste tardive e importi “a sorpresa”.

Attualmente, i termini di prescrizione per le bollette dei consumi variano in base al tipo di fornitura:

  • Bollette della luce: la prescrizione scatta dopo 2 anni (in precedenza erano 5) per consumi successivi al 1° marzo 2018;
  • Bollette del gas: prescrizione di 2 anni per consumi successivi al 1° gennaio 2019;
  • Bollette dell’acqua: prescrizione ridotta a 2 anni per consumi successivi al 1° gennaio 2020.

Per i consumi antecedenti a queste date, resta valido il termine di 5 anni, salvo diversa comunicazione o interruzione da parte del fornitore.

Questi termini sono stati stabiliti per tutte le utenze domestiche, sia nel mercato libero che in quello tutelato, e riguardano esclusivamente le bollette a carico dell’utente finale.

Le modifiche introdotte dal 2018 e dal 2020

La riduzione dei tempi di prescrizione è frutto di un intervento normativo voluto per aumentare la trasparenza del sistema di fatturazione, soprattutto a fronte di pratiche scorrette come la fatturazione retroattiva di consumi vecchi anche di anni, spesso causata da errori di lettura, conguagli in ritardo o fatture mai inviate.

Grazie alle nuove regole:

  • Il fornitore non può più pretendere il pagamento di consumi oltre il termine di prescrizione, salvo prova di dolo da parte dell’utente (es. manomissione del contatore);
  • Il cliente ha il diritto di contestare formalmente la bolletta, se riferita a consumi oltre i 2 anni.

È importante sapere che la prescrizione non è automatica: il cliente deve farla valere attivamente, preferibilmente con un modulo di contestazione messo a disposizione dal fornitore o tramite comunicazione scritta (PEC o raccomandata).

Cosa fare se ricevi una bolletta già prescritta

Ricevere una bolletta riferita a consumi di due o più anni fa può generare dubbi e preoccupazione, ma è importante sapere che non sempre sei tenuto a pagarla. Se i termini di legge sono superati e non ci sono state interruzioni formali della prescrizione, puoi far valere i tuoi diritti. 

Il primo passo è verificare attentamente la bolletta ricevuta, in particolare:

  • La data dei consumi a cui si riferisce (non solo quella di emissione);
  • Eventuali solleciti precedenti, messi in mora o comunicazioni ufficiali ricevute;
  • Se si tratta di conguaglio o di fattura ordinaria.

 Se i consumi risalgono a oltre 2 anni prima (per luce, gas e acqua), e non hai mai ricevuto un avviso formale nel frattempo, è probabile che l’importo sia effettivamente prescritto. In quel caso, puoi contestarlo senza doverlo pagare.

Attenzione: non basta ignorare la bolletta. La prescrizione non è automatica, quindi è necessario manifestare la propria opposizione in modo tracciabile.

Lettera di contestazione e strumenti di tutela

Per rifiutare il pagamento di una bolletta prescritta, è necessario inviare una comunicazione scritta al fornitore, in cui si dichiara di avvalersi del diritto di prescrizione ai sensi della normativa vigente.

Ecco come procedere:

  • Scarica il modulo di contestazione disponibile sul sito del tuo fornitore oppure crea una lettera con oggetto: "Contestazione per prescrizione ex art. 1, comma 4, Legge 205/2017";
  • Inviala tramite PEC, raccomandata A/R o form online dell’area clienti;
  • Conserva una copia della comunicazione inviata e della ricevuta di consegna.

Se il fornitore non risponde o insiste con richieste di pagamento, puoi:

  • Inviare un reclamo formale attraverso i canali ufficiali;
  • Attivare il Servizio Conciliazione ARERA, gratuito e accessibile online;
  • Rivolgerti a uno sportello per il consumatore o a un’associazione di tutela.

Agire tempestivamente e in modo documentato è fondamentale per difendere i propri diritti ed evitare contestazioni future.

Eccezioni e casi particolari

Anche se la normativa attuale fissa limiti precisi per la prescrizione delle bollette, esistono situazioni in cui questi termini possono essere sospesi, interrotti o addirittura non applicati.

Il primo caso in cui la prescrizione non si applica è quello del dolo o comportamento fraudolento da parte dell’utente. Se, ad esempio, viene accertato che il contatore è stato manomesso, o che i consumi sono stati volutamente occultati, o che l’utente ha ostacolato le letture: il fornitore può richiedere il pagamento integrale dei consumi, anche oltre i due anni, e in alcuni casi agire legalmente.

Un altro caso riguarda l’interruzione della prescrizione: se il fornitore invia una comunicazione formale (es. raccomandata, PEC, messa in mora), il conteggio degli anni riparte da capo. Anche un sollecito documentato può interrompere i termini e dare diritto al fornitore di agire oltre i due anni.

In questi casi, è fondamentale verificare la documentazione ricevuta e controllare se ci sono state azioni ufficiali che abbiano interrotto il decorso della prescrizione.

Prescrizione sospesa: quando non decorre regolarmente

Esistono anche casi in cui la prescrizione è sospesa temporaneamente, ad esempio:

  • Durante procedimenti legali in corso;
  • In caso di gravi eventi eccezionali (come calamità naturali o emergenze sanitarie) che possono giustificare un'estensione dei termini;
  • Nei periodi di impossibilità di accesso ai contatori da parte del distributore, che impediscono le letture effettive e il corretto calcolo dei consumi.

In questi casi, i due anni non vengono “azzerati”, ma bloccati fino alla cessazione della causa sospensiva, dopodiché il conteggio riprende.

Diritti e doveri: cosa dice ARERA sulla prescrizione

L’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha un ruolo centrale nella tutela dei consumatori e ha introdotto, negli ultimi anni, regole chiare per impedire la fatturazione di consumi troppo vecchi, soprattutto se causati da ritardi imputabili al fornitore.

In base alle disposizioni vigenti:

  • Il cliente ha diritto a non pagare i consumi riferiti a periodi prescritti, purché invii comunicazione scritta al proprio fornitore;
  • Il fornitore è obbligato a indicare chiaramente in bolletta se gli importi si riferiscono a consumi risalenti, specificando eventuale prescrizione;
  • I fornitori devono mettere a disposizione moduli precompilati per far valere la prescrizione, disponibili sia online che tramite sportello fisico o assistenza clienti;
  • In caso di contestazione irrisolta, il cliente può ricorrere gratuitamente al Servizio Conciliazione ARERA, evitando ricorsi legali.

L’ARERA ha anche vietato, nei casi previsti dalla normativa, l’inserimento in bolletta di conguagli pluriennali non giustificati o difficilmente comprensibili, rafforzando la trasparenza e la semplicità nella comunicazione con l’utente finale.

 

Il presente testo è aggiornato al 9 settembre 2025.

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