Mobilità elettrica normativa
L’industria dei trasporti e le abitudini dei consumatori stanno conoscendo una rapida evoluzione, tanto che in un futuro non troppo lontano le auto a guida autonoma e le nuove forme di mobilità condivisa potrebbero diventare una parte insostituibile della realtà quotidiana di molte famiglie.
In questo senso, anche la normativa nazionale si è evoluta in maniera sostanziale negli ultimi anni, cercando di rimanere al passo con quanto disposto in ambito europeo sul tema della mobilità elettrica. In particolare, dopo il decreto legislativo 257/2016, prima Legge di Bilancio 2019 e poi la Legge di Bilancio 2020 sono tornate a più riprese su questi argomenti.
In particolare, quest’ultima ha imposto alle pubbliche amministrazioni di rinnovare la propria flotta (e sostituire almeno la metà del parco mezzi), acquistando auto di servizio e automezzi elettrici.
Al tempo stesso la legge di Bilancio 2020 è intervenuta sul tema della micro mobilità elettrica: in questo contesto i monopattini elettrici sono stati equiparati alle biciclette agli effetti del Codice della Strada. Di conseguenza questi mezzi sono tenuti a circolare su strade urbane e sulle piste ciclabili con un limite di velocità massimo pari a 30 km/h e all’interno delle aree pedonali purché si muovano ad una velocità massima di 6 km/h. Inoltre, è stato stabilito che i monopattini elettrici possono essere guidati da soggetti sia maggiorenni sia minorenni purché muniti di patente AM.
È opportuno sottolineare, inoltre, come nel concetto di mobilità elettrica rientrino anche le biciclette elettriche (sia con pedalata assistita, sia a motore): sulle modalità e le limitazioni di utilizzo delle biciclette a motore si è espressa la Comunità Europea (direttiva europea 2002/24/CE) esplicitando come il motore che costituisce alcune tipologie di biciclette (potenza massima 250 Watt) debba obbligatoriamente interrompere il proprio funzionamento al raggiungimento di 25 kn/h o quando il ciclista smette di pedalare.