Consumo di energia elettrica nei paesi europei
Il paradosso rispetto all'analisi appena svolta sull'importazione è che, invece, negli ultimi anni i consumi siano nel complesso calati. Tra i paesi più energivori d'Europa, infatti, si consuma in media meno energia di quanta ne venisse consumata all'inizio degli anni Novanta. Dov'è la falla nel meccanismo per cui, allora, le importazioni di energia dall'estero crescono? Il punto è che l'energia prodotta in Europa è largamente creata grazie a fonti rinnovabili, quindi sul piano energetico totale ci sarebbe abbastanza elettricità per importarne molta di meno da paesi terzi.
La maggior parte dell'energia che serve e che viene usata, però, è ancora quella di origine fossile. Si stima che circa il 90% dell'energia importata da paesi non UE sia quella derivata dai combustibili fossili, che all'Europa tendenzialmente mancano. Ecco perché, nonostante il fabbisogno energetico sia diminuito, almeno sulla carta, in realtà le importazioni sono aumentate.
L'Italia, secondo Eurostat, è il secondo paese che consuma più energia da fonti rinnovabili dopo la Germania. Nella mappa dei paesi cosiddetti low carbon, l'Italia risulta caratterizzata da una percentuale medio-bassa di consumo di energia derivata dal carbone. Il peggior paese nella mappa, per via dei suoi giacimenti di carbone, è invece la Polonia. I paesi più virtuosi nell'uso del carbone sono la Francia e i paesi scandinavi come la Norvegia e la Svezia. Nonostante ciò, l’Unione Europea ha raddoppiato nel complesso l'importazione di gas e carbone dall'estero negli ultimi 25 anni.