BIOMETANO
Si intende il gas, contenente principalmente metano, derivato da upgrading di biogas o dalla gassificazione di biomassa.
Il biometano è un gas di origine biologica, la cui produzione si caratterizza per l'impiego di processi con alla base sostanze naturali e per l'assenza di composti chimici. Le sue proprietà ecologiche e la relativa abbondanza di materia prima (biomassa) rendono molto interessanti gli sviluppi futuri sull'incremento del suo impiego per la produzione di energia.
Cos'è il biometano?
Come anticipato, il biometano è una fonte di energia prodotta sulla base di una biomassa: ad esempio, partendo da rifiuti organici, da prodotti agricoli o da scarti della lavorazione dell'industria alimentare. Il processo produttivo parte dal recupero della materia prima, normalmente costituita dai rifiuti organici di tipo civile (il cosiddetto umido raccolto da abitazioni, ristoranti e industrie): grazie all'impiego di appositi macchinari si procede alla separazione delle componenti in plastica dal contenuto organico, che viene successivamente filtrato e setacciato per eliminare gli eventuali residui incompatibili con il processo. Il composto così ottenuto, allo stato solido, viene trasformato in liquido grazie all'aggiunta di acqua calda al materiale organico; tale fluido viene direzionato in appositi serbatoi, detti digestori, dove avviene la fermentazione batterica che porta alla decomposizione dello stesso. È dal processo di decomposizione del materiale organico che arriva la produzione del biogas, aspirato con apposite tubature e separato dalla materia inerte. Quest'ultima viene avviata a successivi processi di disidratazione per la trasformazione in compost, mentre il biogas asportato viene depositato in appositi gasometri per il successivo impiego previsto.
L'impiego del biometano come fonte energetica
Il biogas ottenuto dal processo di fermentazione può essere destinato a diversi utilizzi, anche se quelli tipici sono essenzialmente due: l'impiego come carburante per la produzione di energia elettrica oppure la trasformazione definitiva in biometano, utilizzato direttamente per gli impianti a gas. Per ottenere il biometano è necessario eliminare la componente di CO2 presente nel biogas, tramite un processo di lavaggio e filtraggio a membrana, che permette di isolare il metano dagli altri gas presenti fino alle concentrazioni desiderate. Grazie a questo processo, il metano così ottenuto è un carburante con pochissimo rilascio di CO2 nell'atmosfera: non a caso, l'utilizzo di questa risorsa nei motori delle autovetture presenta delle emissioni ridotte (pari circa a solo il 3% delle emissioni derivanti dagli idrocarburi tradizionali). In particolare, per le destinazioni del biometano in ambito strettamente energetico, gli ambiti di utilizzo sono assimilabili a quelli del gas naturale. Pertanto, il biometano può essere destinato a: - stazioni di rifornimento di carburante; - generazione di elettricità in impianti elettrici; - finalità di riscaldamento e cucina per le utenze domestiche; - utilizzi per le utenze industriali.
La produzione di biometano in Italia
In Italia sono attualmente presenti più di 1.500 impianti a biogas, che presentano un bacino di produzione di oltre 2 miliardi di metri cubi di gas naturale potenzialmente trasformabile in biometano: ciò rende il nostro paese potenzialmente il terzo produttore mondiale. Il problema è dato dall'impossibilità di distribuire direttamente il biometano nel mercato energetico, dal momento che la legge impone il suo utilizzo esclusivamente presso le ditte produttrici (per l'autoalimentazione degli impianti energetici o dei veicoli aziendali), posto che allo stato attuale non è possibile configurare infrastrutture atte a contenere la distribuzione separata del biometano rispetto al trasporto di gas naturale. Ne consegue che la condizione normativa attuale è particolarmente inibente rispetto all'ampliamento del comparto industriale e commerciale che gravita intorno al biometano, poiché si guarda con sfiducia alla costruzione di infrastrutture necessarie a distribuire il biogas e non esistono strutture centrali in grado di poter certificare l'immissione della sostanza nella rete di distribuzione. Tale situazione appare in netto ritardo rispetto a quella di altri paesi europei, come Svezia, Germania, Francia e Olanda, dove l'impiego del biometano, quanto meno nel settore dei trasporti, è stato oggetto di una variegata legislazione favorevole allo sviluppo del comparto in questione. Viceversa, in Italia esistono apposite norme volte ad incentivare la produzione di biometano per il suo utilizzo privatistico da parte delle utenze industriali (al fine di ottenere un risparmio nei costi di approvvigionamento delle medesime sul sistema di trasmissione nazionale del gas naturale). Una prima norma in tal senso è stato il Decreto 5 dicembre 2013, che prevedeva incentivi per l'immissione in rete, la cogenerazione e i trasporti; a questa norma si è sostituito di recente il Decreto 2 marzo 2018, che introduce incentivi specifici per la produzione del biometano da impiegare nel settore dei trasporti.

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