La produzione di biometano in Italia
In Italia sono attualmente presenti più di 1.500 impianti a biogas, che presentano un bacino di produzione di oltre 2 miliardi di metri cubi di gas naturale potenzialmente trasformabile in biometano: ciò rende il nostro paese potenzialmente il terzo produttore mondiale. Il problema è dato dall'impossibilità di distribuire direttamente il biometano nel mercato energetico, dal momento che la legge impone il suo utilizzo esclusivamente presso le ditte produttrici (per l'autoalimentazione degli impianti energetici o dei veicoli aziendali), posto che allo stato attuale non è possibile configurare infrastrutture atte a contenere la distribuzione separata del biometano rispetto al trasporto di gas naturale. Ne consegue che la condizione normativa attuale è particolarmente inibente rispetto all'ampliamento del comparto industriale e commerciale che gravita intorno al biometano, poiché si guarda con sfiducia alla costruzione di infrastrutture necessarie a distribuire il biogas e non esistono strutture centrali in grado di poter certificare l'immissione della sostanza nella rete di distribuzione. Tale situazione appare in netto ritardo rispetto a quella di altri paesi europei, come Svezia, Germania, Francia e Olanda, dove l'impiego del biometano, quanto meno nel settore dei trasporti, è stato oggetto di una variegata legislazione favorevole allo sviluppo del comparto in questione. Viceversa, in Italia esistono apposite norme volte ad incentivare la produzione di biometano per il suo utilizzo privatistico da parte delle utenze industriali (al fine di ottenere un risparmio nei costi di approvvigionamento delle medesime sul sistema di trasmissione nazionale del gas naturale). Una prima norma in tal senso è stato il Decreto 5 dicembre 2013, che prevedeva incentivi per l'immissione in rete, la cogenerazione e i trasporti; a questa norma si è sostituito di recente il Decreto 2 marzo 2018, che introduce incentivi specifici per la produzione del biometano da impiegare nel settore dei trasporti.