TIPOLOGIA DI USO
È il tipo di utilizzo cui viene destinato il gas, ad esempio per la cottura dei cibi e/o per la produzione di acqua calda e/o per il riscaldamento (individuale o centralizzato). Questa distinzione è rilevante ai fini della calcolo dell’ammontare del Bonus gas.
La tipologia d'uso rappresenta l'insieme degli utilizzi cui si destina il gas erogato con un contratto di fornitura. Esistono diverse tipologie d'uso, ciascuna delle quali capace di influenzare, a sua volta, la tipologia di fornitura, con ricadute sulle tariffe applicabili e sul riconoscimento di agevolazioni fiscali (sul regime Iva e sul cd. Bonus gas).
La tipologia di offerta
Tra gli elementi presenti sulla bolletta del gas, e già oggetto di specifica definizione al momento della conclusione del contratto di fornitura, c'è la voce riferita alla identificazione della tipologia commerciale dell'offerta sottoscritta ("Tipologia offerta"), che viene individuata mediante un determinato codice: quest'ultimo serve a classificare, appunto, la tipologia di contratto gas sottoscritto con il fornitore. La classe di offerta o di contratto concluso con il fornitore dipende essenzialmente dalla tipologia d'uso della materia prima convenuta con la controparte contrattuale, la quale dipende dalla natura del cliente che usufruisce dalla prestazione e dal tipo di destinazione del gas medesimo.
Quali sono le tipologie d'uso?
Per quanto detto deriva che esistono nel mercato tanti tipi di contratto gas quante sono le differenti tipologie d'uso della materia prima medesima. In proposito, è possibile identificare: - il contratto gas per clienti domestici; - il contratto di utenza di servizio pubblico; - i contratti per usi diversi. All'interno del primo gruppo si fanno rientrare i contratti di fornitura destinati ad un cliente domestico inteso come persona fisica. In particolare, questo cliente può utilizzare il gas erogato attraverso un punto d'accesso unico (un contatore individuale o un unico PDR) per la propria abitazione e le relative pertinenze, oppure affacciarsi ad un condominio: in questo secondo caso abbiamo un punto di riconsegna che alimenta un intero condominio e i relativi spazi annessi, corrispondendo così alla fornitura dell'intero edificio. Orbene, per quanto riguarda questa tipologia di clienti è importante prendere in considerazione l'uso cui viene destinata la fornitura. Normalmente, la tipologia d'uso connessa a questo tipo di cliente è volta alle seguenti funzioni: - cottura dei cibi; - produzione di acqua calda; - riscaldamento (locale o centralizzato). Viceversa, quando si tratta di contratti per l'utenza di servizio pubblico, abbiamo a che fare con utenti della fornitura che impiegano la medesima per alimentare strutture pubbliche o private di servizio pubblico, per le quali esiste una tipologia d'uso apposita da comunicarsi all'Anagrafe tributaria. Infine, il contratto di fornitura può ben prestarsi ad utilizzi differenti, quando la persona fisica o giuridica intestataria della fornitura medesima utilizza la materia prima per uno scopo completamente diverso rispetto a tutte le altre identificate finora.
Quali sono le conseguenze della diversa tipologia d'uso?
Conoscere la specifica tipologia d'uso della materia prima fornita ha un'importanza centrale per identificare appropriatamente il livello di consumi necessario a soddisfare le specifiche esigenze di un'utenza. Inoltre, questo elemento influenza il prezzo della fornitura medesima, dal momento che le caratteristiche dell'una o dell'altra tipologia d'uso determinano l'applicazione di meccanismi differenti ai fini del calcolo dei costi per un cliente domestico o non domestico (il tutto, però, dipendendo a volte dalla politica commerciale adottata dal singolo operatore). Peraltro, la tipologia d'uso può essere modificata successivamente, quando ci si rende conto, ad esempio, che la fornitura di gas non viene più utilizzata, per quella specifica utenza, per fini di cottura ma unicamente per il riscaldamento, e così via. Come anticipato, inoltre, la tipologia d'uso deve risultare esplicitamente dal contratto di fornitura ed essere identificata, con apposito codice o per esteso, all'interno della bolletta energetica. Ma esistono anche altre finalità che rendono importante la classificazione della tipologia d'uso del gas. Una di queste è rappresentata dal calcolo del regime IVA per gli utenti domestici. In particolare, in passato era prevista l'applicazione di un'agevolazione per l'utilizzo di gas limitato ai soli usi di cottura e riscaldamento dell'acqua, prevedendosi un apporto IVA limitato al 10% rispetto a chi impiegava il gas anche per finalità di riscaldamento. Il meccanismo, attualmente, è cambiato, dal momento che ora l'accesso all'IVA agevolata si opera sui livelli dei consumi: fino ai primi 480 Smc annui, infatti, si ha una percentuale del 10%, mentre per i consumi eccedenti oltre questa soglia si ha l'applicazione integrale (con livello attualmente fissato al 22%). Viceversa, resta ancora attuale il rilievo della tipologia d'uso ai fini dell'attribuzione del Bonus Gas: istituito nel 2017, quest'agevolazione permette la riduzione del costo della fornitura per le famiglie a basso reddito, soltanto però quando la tipologia d'uso dichiarata sia quella relativa alle tre voci delle utenze domestiche prima segnalate.
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