TIPOLOGIA TIPOLOGIA D’USO DEL GAS: CHE COS’È E DIFFERENZE
La tipologia d'uso del gas rappresenta l'insieme degli utilizzi cui si destina il gas erogato con un contratto di fornitura. Esistono diverse tipologie d'uso, ciascuna delle quali capace di influenzare, a sua volta, la tipologia di fornitura, con ricadute sulle tariffe applicabili e sul riconoscimento di agevolazioni fiscali (sul regime Iva e sul cosiddetto. Bonus gas).
La tipologia di offerta e la relazione con la tipologia d’uso
Tra le voci presenti in bolletta, una delle più rilevanti è la "Tipologia offerta", identificata tramite un codice che classifica il tipo di contratto sottoscritto. Questo codice riflette la tipologia d’uso del gas concordata con il fornitore.
In pratica, la natura del cliente (domestico, condominiale, pubblico o altro) e lo scopo specifico della fornitura (cottura, riscaldamento, acqua calda, ecc.) influiscono sulla scelta del contratto. La stessa offerta commerciale può variare anche in base alla politica tariffaria del singolo operatore.
La relazione tra tipo di uso e tipo di contratto è, quindi, stretta: ad esempio, un’utenza domestica che utilizza il gas solo per cucinare avrà un contratto molto diverso rispetto a un condominio che impiega il gas per il riscaldamento centralizzato. Analogamente, una struttura sanitaria o una scuola avrà una tipologia d’uso classificata come “pubblica utilità”, con obblighi di comunicazione aggiuntivi verso l’Agenzia delle Entrate.
Le principali tipologie d’uso del gas
La classificazione delle tipologie d’uso del gas si articola in tre macro-categorie principali, ciascuna con sottocategorie e specificità tecniche e amministrative.
1. Uso domestico
Comprende tutte le forniture intestate a persone fisiche, destinate all’alimentazione di abitazioni private. La destinazione può essere:
- uso individuale: con contatore singolo per un’abitazione autonoma;
- uso condominiale: con un solo punto di riconsegna per l’intero edificio.
I principali impieghi del gas in ambito domestico includono:
- cottura dei cibi (es. fornelli a gas);
- produzione di acqua calda sanitaria (es. boiler o caldaie);
- riscaldamento ambienti (autonomo o centralizzato).
La dichiarazione corretta dell’uso domestico è fondamentale per accedere all’IVA agevolata e al Bonus Gas.
2. Utenze di servizio pubblico
In questa categoria rientrano le forniture per:
- enti pubblici (scuole, ospedali, uffici comunali);
- organizzazioni private che svolgono un servizio pubblico (RSA, strutture di assistenza, onlus).
Queste utenze devono dichiarare la loro tipologia d’uso in maniera formale tramite comunicazione all’Anagrafe Tributaria, e spesso godono di trattamenti contrattuali dedicati, anche in termini di sicurezza e continuità della fornitura.
3. Usi diversi
Includono tutte le situazioni che non rientrano nelle due precedenti:
- laboratori artigianali e piccole attività produttive;
- esercenti commerciali (negozi, ristoranti, bar);
- attività agricole (serre, allevamenti);
- strutture turistico-ricettive (B&B, residence, agriturismi).
In questi casi, il contratto può prevedere tariffe più elevate, vincoli tecnici sull’impianto e una gestione distinta dei consumi, a seconda dell’attività esercitata.
Quali sono le conseguenze della diversa tipologia d'uso?
La tipologia d’uso del gas ha effetti concreti sulla bolletta. In particolare, influenza:
- la classe tariffaria applicata (es. domestica base vs non domestica);
- il regime IVA, che per gli usi domestici può essere ridotto al 10%;
- la stima dei consumi annui, da cui dipende l’adeguatezza dell’offerta scelta.
Ecco un esempio pratico:
- fino a 480 Smc/anno per clienti domestici, si applica IVA al 10% su tutta la fornitura;
- oltre questa soglia, i consumi eccedenti sono tassati al 22%.
Questo meccanismo garantisce un’agevolazione fiscale ai piccoli consumatori, penalizzando invece un utilizzo elevato, spesso associato a impieghi diversi dal solo uso abitativo.
Ad ogni modo, occorre specificare anche che la tipologia d’uso può anche essere modificata successivamente, quando ci si rende conto, ad esempio, che la fornitura del gas per quell’utenza non viene più usata per cuocere i cibi ma soltanto per il riscaldamento.
La bolletta del gas comprende il riscaldamento?
Sì, la bolletta del gas comprende il riscaldamento quando quest’ultimo è indicato tra gli usi dichiarati nel contratto. La destinazione del gas è indicata nel campo “Tipologia offerta”, e include – se previsto – anche il riscaldamento degli ambienti, sia in forma autonoma (singolo appartamento) sia in forma centralizzata (impianti condominiali).
Quando è incluso, il riscaldamento:
- contribuisce al volume di consumo annuale (Smc);
- incide sull’ammontare complessivo della spesa;
- può influenzare l’aliquota IVA applicata.
Come verificarlo per averne la certezza?
- Controlla la voce “Tipologia offerta” in bolletta;
- Leggi le specifiche del contratto sottoscritto;
- In caso di dubbio, contatta il fornitore per una conferma.
Se il contratto include solo cottura e acqua calda, ma non riscaldamento, e l’utente utilizza comunque il gas per riscaldare, è necessario aggiornare la tipologia d’uso per essere in regola e ottenere il trattamento tariffario corretto.
Come modificare la tipologia d’uso
Come anticipavamo prima, è possibile modificare la tipologia d’uso del gas quando cambiano le condizioni dell’utenza. Succede, ad esempio, in questi casi:
- un’abitazione prima non riscaldata viene dotata di caldaia a gas;
- un’attività commerciale sostituisce i fornelli elettrici con impianto a gas;
- una struttura ricettiva viene riconvertita in uso residenziale.
Per procedere, occorre:
- contattare il proprio fornitore e richiedere il modulo per comunicare la variazione;
- compilare e inviare la documentazione, allegando eventuali certificazioni (impianto, destinazione d’uso, planimetria);
- Dopodiché, sarà sufficiente attendere la verifica tecnica e l’aggiornamento della bolletta.
Il presente testo è aggiornato al 11 agosto 2025.

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