Quali sono le conseguenze della diversa tipologia d'uso?
Conoscere la specifica tipologia d'uso della materia prima fornita ha un'importanza centrale per identificare appropriatamente il livello di consumi necessario a soddisfare le specifiche esigenze di un'utenza. Inoltre, questo elemento influenza il prezzo della fornitura medesima, dal momento che le caratteristiche dell'una o dell'altra tipologia d'uso determinano l'applicazione di meccanismi differenti ai fini del calcolo dei costi per un cliente domestico o non domestico (il tutto, però, dipendendo a volte dalla politica commerciale adottata dal singolo operatore). Peraltro, la tipologia d'uso può essere modificata successivamente, quando ci si rende conto, ad esempio, che la fornitura di gas non viene più utilizzata, per quella specifica utenza, per fini di cottura ma unicamente per il riscaldamento, e così via. Come anticipato, inoltre, la tipologia d'uso deve risultare esplicitamente dal contratto di fornitura ed essere identificata, con apposito codice o per esteso, all'interno della bolletta energetica. Ma esistono anche altre finalità che rendono importante la classificazione della tipologia d'uso del gas. Una di queste è rappresentata dal calcolo del regime IVA per gli utenti domestici. In particolare, in passato era prevista l'applicazione di un'agevolazione per l'utilizzo di gas limitato ai soli usi di cottura e riscaldamento dell'acqua, prevedendosi un apporto IVA limitato al 10% rispetto a chi impiegava il gas anche per finalità di riscaldamento. Il meccanismo, attualmente, è cambiato, dal momento che ora l'accesso all'IVA agevolata si opera sui livelli dei consumi: fino ai primi 480 Smc annui, infatti, si ha una percentuale del 10%, mentre per i consumi eccedenti oltre questa soglia si ha l'applicazione integrale (con livello attualmente fissato al 22%). Viceversa, resta ancora attuale il rilievo della tipologia d'uso ai fini dell'attribuzione del Bonus Gas: istituito nel 2017, quest'agevolazione permette la riduzione del costo della fornitura per le famiglie a basso reddito, soltanto però quando la tipologia d'uso dichiarata sia quella relativa alle tre voci delle utenze domestiche prima segnalate.