Le fonti di produzione dell'energia
Strettamente collegato al discorso precedente è quello che concerne le fonti a partire dalle quali avviene la produzione di elettricità. Queste vengono tradizionalmente classificate secondo la distinzione tra fonti rinnovabili e non rinnovabili. Un'ulteriore distinzione è quella che comprende i combustibili fossili, distinguendoli tra non rinnovabili (gli idrocarburi e il carbone) e rinnovabili (il biogas, le biomasse e gli scarti di legname). Altre fonti di produzione importanti sono l'energia nucleare, l'energia solare, quella eolica e l'idroelettrica. A differenza delle fonti basate su combustibili fossili, queste ultime contengono notevolmente l'immissione di agenti inquinanti nell'atmosfera (segnatamente, l'anidride carbonica). Tuttavia, il nucleare ha un notevole impatto ambientale, sebbene meno immediatamente percettibile, dovuto alla produzione di scorie. Solo le fonti completamente "green" (eolico, solare, idroelettrico) presentano un impatto ambientale estremamente ridotto. In Italia, stando alle statistiche della società Terna, gestore della rete di distribuzione nazionale, l'utilizzo delle diverse fonti di produzione dell'energia elettrica può così sintetizzarsi: il 63% circa del fabbisogno nazionale è coperto grazie a centrali termoelettriche basate su combustibili fossili, mentre un 23% è prodotto da fonti rinnovabili (idroelettrico, geotermico, eolico e fotovoltaico); infine, circa il 13% del fabbisogno nazionale è coperto dall'importazione di energia proveniente dall'estero (segnatamente da Francia e Svizzera, che utilizzano il nucleare).