Potenza disponibile e costi
Non bisogna mai dimenticare che un cambio di potenza disponibile verso valori maggiori comporta necessariamente anche un incremento della spesa in bolletta. Di fatto, l'aumento della potenza porta a un maggiore utilizzo di corrente per cui è importante gestire al meglio questa possibilità. Nella maggior parte dei casi, infatti, una più corretta suddivisione nell'uso degli elettrodomestici permette di non mandare il contatore in sovraccarico anche se si ha una potenza disponibile da 3.3 chilowatt. La richiesta di una maggiore potenza viene effettuata solitamente quando in casa si fa uso di un impianto di condizionamento che, se messo in funzione, lascia ben poca corrente a disposizione per altri tipi di elettrodomestici.
Quando si richiede un incremento della corrente impegnata e, quindi, di quella disponibile, è importante ricordare che vi sarà una variazione nella bolletta che non dipenderà solo dalla quantità di energia elettrica utilizzata, ma anche dalla quota potenza. Infatti, il consumo di energia elettrica verrà valutato indipendentemente dalla potenza del contatore, sempre nello stesso modo, a seconda del tipo di contratto. Cambierà però uno dei parametri che vengono previsti all'interno della voce di spesa relativa ai servizi di rete. Si tratta di un valore non eccessivo, di circa venti euro annui per ogni scatto di potenza del contatore, tra 1.5 e 6 kilowatt.
Come evidenziato, in questo contesto si parla solo di contratti residenziali: in casi specifici è tuttavia possibile richiedere potenze superiori ai 6 kilowatt e fino a 30 kilowatt. Si tratta soprattutto di ambienti industriali, di particolari macchinari o riscaldamento e funzionamento di piscine che, tuttavia, richiedono un collegamento a un impianto elettrico tri-fase e non alla rete domestica.