L'energia dalle biomasse L'energia dalle biomasse

L'energia dalle biomasse

Le biomasse solide costituite dagli scarti di origine vegetale sono una fonte di energia rinnovabile ed ecologica. Trasformiamo il loro smaltimento, che un tempo era un costo da sostenere, in un’opportunità per la produzione di energia elettrica all’interno di un sistema di economia circolare, anche grazie a una filiera locale integrata e sostenibile.

 

 

 

icona green

 

I NOSTRI IMPIANTI: GESTIONE CONTROLLATA E INTEGRAZIONE CON IL TERRITORIO

I nostri impianti a biomasse sono entrati a fare parte del Gruppo Sorgenia nel 2020. La loro prima realizzazione risale agli anni '60 per la centrale del Mercure, ai primi anni 2000 per la centrale di Bando d'Argenta e al 2016 per la centrale di Finale Emilia. 

Il nostro impegno è completarne un percorso di ammodernamento tecnologico che ne allinei le prestazioni ai migliori standard di riferimento in termini di efficienza e sostenibilità, continuando a garantire la tutela dei lavoratori e l’inserimento negli attuali contesti territoriali. Si trovano infatti in zone rurali, dove ad esempio non è possibile l’uso a scopi civili del calore generato, ma dove ricerchiamo costantemente l’integrazione con altri ambiti produttivi, secondo un modello di economia circolare. 

In alcune circostanze, l’ammodernamento è stato subordinato anche a varianti autorizzative, come nel caso dell’impianto del Mercure, in Calabria: qui, solo a partire dal 2015 abbiamo potuto impiegare biomasse vegetali, mentre prima di allora ci era concesso solo l’impiego di lignite. 

La potenza dei nostri impianti varia dai 12,5 MW elettrici (pari a circa 50 MW termici) di Finale Emilia ai 41 MW elettrici (circa 130 MW termici) del Mercure. Si tratta quindi di strutture di grande taglia, la cui gestione richiede procedure definite e articolate. Queste fra l’altro assicurano controlli puntuali delle partite di biomassa utilizzata, della loro provenienza e della loro natura, così come un monitoraggio costante e verificato del rendimento energetico, delle emissioni e dei residui di lavorazione. Controlli che, per loro stessa natura, non sono replicabili in centrali di scala inferiore.

 

centrale sorgenia

 

Centrale di Bando d’Argenta (FE)

Entrata in funzione: 2001    
Potenza: 22,5 MWe (due unità da 40,6 MWt)    
Produzione annua: 180 GWh

 

La centrale di Bando d’Argenta è una delle più grandi tra quelle a biomassa del nord e centro Italia. La produzione annua di energia, di circa 180.000 MWh, è equivalente al fabbisogno medio di 27.000 persone.

La biomassa solida utilizzata come combustibile proviene da manutenzioni boschive ed agricole, da colture dedicate e da sottoprodotti di origine agricola e industriale.

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sorgenia centrale

 

Centrale di Finale Emilia (MO)

Entrata in funzione: 2016  
Potenza: 12,5 MWe (49,9 MWt)    
Produzione annua: 90 GWh

 

La centrale di Finale Emilia converte in energia circa 135.000 tonnellate di biomassa solida all’anno. Circa la metà è lavorata in impianto con processo di trinciatura meccanica.

La biomassa solida utilizzata proviene per almeno l'80% da colture residuali locali (entro 70 km dall’impianto), derivanti dalla filiera agroalimentare, costituendo una fonte di reddito ulteriore per i produttori agricoli locali, invece che un costo di smaltimento, come in passato.

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centrale biomasse sorgenia

 

Centrale del Mercure 

Entrata in funzione a biomasse: 2016  
Potenza: 41 MWe (130 MWt)    
Produzione annua: 280 GWh

 

L’impianto del Mercure copre una superficie di 11 ettari e opera nel segno di un costante processo di innovazione tecnologica e di valorizzazione del territorio in cui è inserita, che ha favorito la creazione di una filiera produttiva e di un sistema virtuoso di economia circolare.

L’energia prodotta proviene per la maggior parte da biomassa legnosa (380.000 tonnellate all'anno), fornita da produttori locali.

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Una fonte di energia rinnovabile programmabile

La generazione di energia da biomasse solide consente un bilancio nullo delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Infatti, la quantità di anidride carbonica liberata dalla combustione del legno è esattamente quella assimilata dall’albero durante la crescita - e corrisponde inoltre a quella che sarebbe emessa dalla decomposizione delle piante abbandonate.

Per questa ragione le normative internazionali, in particolare la Direttiva europea sull’energia rinnovabile (RED III del 2023), la classificano fra le fonti rinnovabili di energia.

A differenza di altre forme di generazione da fonti rinnovabili, inoltre, gli impianti a biomasse sono programmabili, quindi in grado di fornire importante contributo alla stabilità della rete elettrica nazionale.

L’origine delle biomasse

Per l’intero comparto, l’obiettivo primario di impiego della biomassa è il cosiddetto “uso a cascata”, ovvero l’impiego per la generazione elettrica di prodotti residuali della lavorazione del legno, preservando il tronco per usi più nobili.

L’applicazione di questo principio varia fortemente nelle diverse aree geografiche ed è influenzata dal grado di maturità delle filiere del legno e dalla redditività dei diversi possibili impieghi della materia prima. L’approvvigionamento delle biomasse per la generazione è inoltre soggetto a normative molto stringenti, sia per terreni di provenienza sia per tipologie di tagli.

Nel rispetto delle regole e delle logiche del sistema, in Sorgenia Biomasse privilegiamo sottoprodotti forestali e agricoli, e utilizziamo il più possibile biomasse provenienti da filiera corta.

Ad esempio, ci approvvigioniamo esclusivamente di ramaglia da zone con forte sviluppo del mercato del legno – come Veneto, Trentino e Toscana – dove il tronco viene facilmente indirizzato verso altri impieghi, primi fra tutti falegnamerie e produzione di mobili.

Riusciamo a seguire un analogo approccio anche con la filiera dell’arboricoltura da legno, in particolare la pioppicoltura, da cui ci approvvigioniamo di una porzione della coltura solo residuale, mentre quella maggioritaria viene destinata a segherie e cartiere.

Altrettanto significativo è l’apporto di biomassa di origine agricola, soprattutto in aree agricole come l’Emilia Romagna. Qui, ad esempio, recuperiamo radici, stocchi e residui agricoli inutilizzabili per qualsiasi altro impiego.

DA DOVE PROVIENE LA BIOMASSA CHE UTILIZZIAMO 

Nel 2023 abbiamo utilizzato quasi 700mila tonnellate di biomasse, costituiti per il 94% da sottoprodotti forestali, agricoli e agroalimentari – con una distribuzione che va dal 78% di scarti agricoli nell’impianto di Finale Emilia all’87% di materiale di origine boschiva in quella del Mercure.

La modifica autorizzativa che dal 2021 ne ammette l’utilizzo anche al Mercure ci ha permesso di arrivare a coprire con residui agricoli il 20% del fabbisogno complessivo del 2024, valore che intendiamo far crescere ulteriormente nei prossimi anni.

Nel complesso, il 48% del materiale impiegato proveniva da una distanza inferiore a 70 km e il 33% da meno di 150 km.

 

Il caso del materiale originato da emergenze

L’uso per produrre energia di materiali forestali causati dalla tempesta Vaia è un buon esempio di economia circolare e di vantaggio ambientale. Ha infatti contribuito all’eliminazione degli alberi morti (la cosiddetta “necromassa”) che costituisce un focolaio del bostrico. Il bostrico è un coleottero naturalmente presente negli ecosistemi forestali, che però si diffonde in modo abnorme in presenza di grandi quantità di piante sradicate, di cui si nutre, mettendo così a rischio anche le piante superstiti.

Anche nel caso degli uliveti pugliesi affetti da xylella, che hanno comportato gravi perdite economiche alle aziende olearie, la valorizzazione energetica ha consentito di assorbire tutta la porzione di quel materiale che non ha trovato sbocchi nei normali mercati, già saturi per l'eccessiva quantità disponibile.

BIOMASSE E GESTIONE FORESTALE

La biomassa di origine boschiva è oggi in costante crescita, ma ampiamente sottoutilizzata. Una gestione sostenibile prevede diverse azioni di cura e tutela: diradare in modo controllato il bosco, ad esempio, permette di assorbire più CO2 , di preservare la biodiversità e alle piante giovani di crescere in modo sano.

La cura del bosco ne evita l’abbandono e svolge un’importante attività preventiva:

  • mitiga il rischio incendi
  • contrasta il dissesto idrogeologico
  • interviene a supporto in caso di emergenze agroforestali, utilizzando per produrre energia materiale legnoso non impiegabile per altri usi, come quello derivante dalla tempesta nella zona del Vaia o dagli alberi danneggiati da patogeni come bostrico e xylella

 

UN ESEMPIO DI ECONOMIA CIRCOLARE

La destinazione energetica dei sottoprodotti è un’occasione di reddito integrativo per le filiere agricole, agroindustriali e selvi-culturali, spesso in zone marginali del Paese, garantendo maggiore occupazione lavorativa sul territorio (con circa 5.000 lavoratori complessivi coinvolti in tutta Italia).

Gli impianti di produzione di energia elettrica sono un esempio virtuoso di economia circolare, rendendo remunerativo il recupero di materiali residuali, che diversamente avrebbero scarso valore commerciale e sarebbero destinati allo smaltimento in discarica.

Anche i sottoprodotti della lavorazione, come le ceneri, sono un prodotto assolutamente naturale che possono essere riutilizzati.

I NOSTRI APPROFONDIMENTI