L'ACCENSIONE DEGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO:
QUANDO È POSSIBILE

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Quando si parla di accensione degli impianti di riscaldamento occorre distinguere tra impianti autonomi e centralizzati. La differenza è molto importante perché gli stessi sono legati a regole differenti che andremo a vedere nello specifico qui di seguito. Esistono dei regolamenti ben precisi, con norme che stabiliscono date di accensione da rispettare per ogni regione d'Italia. Non solo si decide in quale momento diventa possibile effettuare l'accensione stessa, ma viene anche specificato per quante ore al giorno possono restare in funzione i termosifoni. Naturalmente tutto questo vale per gli impianti di riscaldamento centralizzati e qui entra in gioco la distinzione, perché quelli autonomi non sono sottoposti ad alcuna limitazione se non quella del buon senso. I limiti infatti sono dettati dalla necessità di evitare sprechi energetici ed è per tale motivo che anche negli edifici e nelle abitazioni private occorrerebbe valutare sempre con attenzione la necessità o meno di continuare a tenere acceso il riscaldamento anche quando non è più indispensabile perché l'ambiente ha raggiunto ormai una temperatura ottimale. Ma torniamo dunque alle norme che regolano l'accensione dei riscaldamenti nella stagione invernale e lo spegnimento degli stessi quando ormai le temperature non richiedono più che essi siano in funzione.

Le zone climatiche italiane

Per riuscire a raggruppare comuni con caratteristiche simili a livello di temperature nei mesi più freddi, si è provveduto a distinguere diverse zone climatiche, dalla A alla F . Le più calde sono le zone A, B e C che comprendono infatti i comuni dell'Italia meridionale. Tra questi possiamo menzionare ad esempio le province di Agrigento, Lampedusa, Porto Empedocle, Catania, Crotone, Brindisi, Benevento, Cagliari, Lecce, Napoli, Taranto, Palermo e Reggio Calabria. Le fasce D ed E sono quelle dell'Italia settentrionale e centrale, dove le temperature tendono ad abbassarsi maggiormente. Parliamo di comuni e province come Genova, La Spezia, Ancona, Firenze, Lucca, Roma, Chieti e Pescara. L'ultima fascia, infine, la F è quella in cui rientrano le provincie di Belluno, di Cuneo e di Trento. Se nelle zone A e B si può accendere solo a partire dal 1 dicembre e nella C dal 15 novembre, le fasce climatiche D ed E prevedono rispettivamente l'accensione al 1 novembre e al 15 ottobre. La zona F gode a sua volta di una regolamentazione a parte, in quanto non sono previste limitazioni all'utilizzo degli impianti di riscaldamento. Per poter capire quando è possibile avviare l'impianto e metterlo in funzione, è dunque necessario controllare in quale zona rientra il proprio comune di residenza. In questo modo non si rischia di commettere errori e di incorrere in spiacevoli sanzioni che potrebbero scattare per il mancato rispetto delle normative vigenti.

I limiti orari di accensione

A questo punto, individuata la data a partire dalla quale è possibile accendere il riscaldamento, occorre anche prendere in considerazione i limiti di orario che riguardano la tenuta in funzione dello stesso nell'arco delle 24 ore. Si prevede normalmente che i riscaldamenti restino spenti durante la notte e dunque che non restino in funzione oltre le 23, per poi riprendere a funzionare orientativamente a partire dalle 5 del mattino. Questo perché riscaldare gli ambienti nelle ore notturne rappresenterebbe, come abbiamo detto, un'inutile spreco di energia, che se possibile va evitato. Anche se le regole legate all'accensione del riscaldamento sono particolarmente ferree, non si può tralasciare di chiarire il fatto che esistono comunque delle eccezioni per quelle stagioni fredde in cui si possono verificare casi anomali, come improvvisi abbassamenti della temperatura che richiedono provvedimenti eccezionali, tra cui anche deroghe alle limitazioni connesse al funzionamento degli impianti di riscaldamento centralizzati. A stabilire la deroga rispetto alla normativa vigente sono nello specifico i sindaci interessati dagli eventi climatici suddetti. Eccezioni sono previste anche per tutti quegli edifici in cui è presente un impianto con contabilizzazione del calore, laddove esiste una forma centralizzata di riscaldamento o è stato stipulato un contratto di servizio energia, il quale consente all'utente di risparmiare notevolmente sui costi, usufruendo di un tipo di impianto che rispetta l'ambiente e che proprio per questo motivo si sta diffondendo sempre di più nei condomini e negli edifici privati. Chi fosse interessato ad una lettura più approfondita di quelle che sono le leggi nazionali che regolano l'accensione del riscaldamento può fare riferimento alla legge n. 10/1991 (Norme per l'attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso nazionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia) e al Dpr n. 412/1993 (Regolamento recante norme per la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia). Nei testi sono riportate le fasce climatiche, le classificazioni degli edifici per categorie, i requisiti che devono possedere gli impianti termici e tutte le altre indicazioni necessarie, tra cui i limiti di esercizio degli impianti, espressi in un numero massimo di ore giornaliere che varia dalle 6 alle 14.

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