BOSCO FORLÌ-BERTINORO
(Emilia-Romagna)

Il Bosco di Forlì-Bertinoro, di proprietà della Diocesi di Forlì, ha un’estensione di 122.000 ettari e si estende nei Comuni di Bagno di Romagna, Castrocaro terme e terra del sole, Cesena, Civitella di Romagna, Dovadola, Galeata, Meldola, Portico e San Benedetto, Predappio, Premilcuore, Rocca San Casciano, Santa Sofia e Tredozio. Il bosco si estende sulle colline dell’appenino tosco romagnolo, dai 130 m di altitudine fino ai 800 m.

 

Boschi Istituto Diocesano Sostentamento del Clero di Forlì-Bertinoro

Carta d'identità:

  • Superficie a terra: 564.00 ha
  • Regioni: Emilia-Romagna
  • Province: Forlì Cesena (FC)
  • Comuni: Castrocaro, Cesena, Civitella di Romagna, Dovadola, Galeata, Meldola, Portico e San Benedetto, Predappio, Premilcuore, Rocca San Casciano, Santa Sofia, Tredozio.
  • Gestore: Società agricola Sorgenia Boschi S.r.l.

 

Gli ambienti del bosco

Si tratta per lo più di boschi cedui con presenza delle principali essenze caratteristiche del territorio, come carpino nero, roverella, cerro, orniello, ciliegio.

La diversificazione dell’ecologia e dei contingenti floristici, e conseguentemente dei tipi vegetazionali riscontrabili, è determinata da variazioni di altitudine ed esposizione, intensità luminosa, umidità, tipo di substrato geologico, evoluzione del suolo, ecc.

 

Il Bosco

Le proprietà dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero (IDSC) risultano alquanto frazionate, disperse per singoli poderi, localizzate di norma in corrispondenza delle parrocchie o delle pievi.

Sono distribuite nel territorio di dodici comuni, in area montana e collinare della Provincia di Forlì: Castrocaro, Cesena, Civitella di Romagna, Dovadola, Galeata, Meldola, Portico e San Benedetto, Predappio, Premilcuore, Rocca San Casciano, Santa Sofia, Tredozio.

La superficie si estende dai 130 m di altitudine fino ai 800m ed è variamente distribuita nei bacini delle vallate del Bidente, Montone, Rabbi, Savio e Tramazzo. Si tratta di vallate con struttura orografica tra loro analoga, ciascuna di esse delimitata da due linee di crinale secondario che si dipartono in modo pressoché ortogonale dalla linea di crinale principale dell’Appennino che separa la Toscana dalla Romagna.

Attualmente la superficie boschiva in gestione alla Società Agricola Sorgenia Boschi è di circa 564 Ha.

 

La Flora

I soprasuoli boschivi sono costituiti principalmente da querceti e boschi misti di latifoglie decidue. Dove le essenze predominanti sono le querce decidue (Quercus cerris, Q. pubescens), il castagno (Castanea sativa), il carpino nero (Ostrya carpinifolia), orniello (Fraxinus ornus), aceri (Acer campestre, A. opalus), ciliegio (Prunus avium).

Sono anche presenti delle aree con rimboschimenti di pino nero (P. Nigra) e pino silvestre (P. sylvestris). Gli assetti vegetazionali e la naturalità dei popolamenti sono molto variabili da luogo a luogo, con formazioni del tutto artificiali, oppure cenosi già diversificate, con rinnovazione abbondante di specie legnose spontanee e flora erbacea nemorale simile a quella propria dei limitrofi boschi di latifoglie.

 

Il Contesto Storico

I terreni su cui afferiscono i soprassuoli interessati costituiscono i poderi di pertinenza di parrocchie e/o pievi, storicamente attive e presenti nella colina e montagna forlivese, attualmente organizzate nei vicariati di Val Bidente, Val di Rabbi e Acquacheta.

Pievi e parrocchie nella storia non svolsero solo compiti e funzioni religiose ma ebbero un ruolo fondamentale nello svolgimento della vita civile e amministrativa delle comunità locali. Pievi e parrocchie erano quasi tutte dotate di terreni poderali con seminativi, pascoli e/o boschi, in seguito a trasmissioni ereditarie di antiche donazioni o ad acquisti; i terreni afferenti a pievi e parrocchie erano funzionali alla sussistenza o alla integrazione delle rendite dei religiosi presenti sul territorio, a beneficio delle opere di manutenzione di chiese e edifici e anche per le persone e le genti bisognose.