#SEMPRE25NOVEMBRE, IL SINDACO QUINCI: “MAZARA CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE”

Il primo cittadino del centro in provincia di Trapani: “Serve una rivoluzione culturale che si può fare soltanto partendo dai giovani. Tutta la nostra comunità ha vissuto momenti di riflessione profondi, grazie anche alla spinta dell’amministrazione. Insieme a Sorgenia abbiamo generato valore sociale sul territorio”

Un’intera comunità cittadina impegnata in un momento di riflessione in occasione della giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne. A raccontare come Mazara del Vallo, città di circa 50mila abitanti in provincia di Trapani, ha vissuto gli eventi organizzati per il 25 novembre è il sindaco Salvatore Quinci, che con l’amministrazione comunale ha concesso il patrocinio alle iniziative organizzate sul territorio e ha partecipato direttamente, come nel caso del seminario “Oltre il silenzio, vite in ascolto”, nato dall’iniziativa dell’associazione Demetra e in collaborazione con Sorgenia. L’evento si è svolto il 24 novembre al teatro Garibaldi e ha coinvolto il vescovo emerito della diocesi di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, la dirigente psicologa del consultorio familiare locale, Antonella Iovino, l’avvocato dell’associazione Co.Tu.Le.Vi., Vita Martinciglio, e l’amministratore delegato di Vrg Wind, Valeriano Giusti, insieme proprio al primo cittadino e alla presidente dell’associazione, Alba Di Giorgi.

 

Sindaco, come sono nate le iniziative per il 25 novembre a Mazara?

Preparando la nostra comunità per questa importante giornata, abbiamo deciso di concedere il patrocinio a tre iniziative distinte che hanno riguardato gran parte della nostra città, e che hanno avuto il merito di far durare il momento di riflessione per tre giorni, dal 23 al 25 novembre. Sono stati coinvolti i giovani, gli studenti di ogni fascia di età, perché alla base della speranza di un rapporto diverso tra i generi ci deve essere una rivoluzione culturale, che si può fare soltanto partendo dai giovani.

Mazara ha vissuto questo momento di riflessione in maniera piena, consapevole e partecipativa, sulla scorta di un’onda emotiva importantissima: l’omicidio di Giulia Cecchettin avvenuto pochi giorni prima in provincia di Pordenone. Una partecipazione che abbiamo potuto misurare non soltanto con la presenza agli eventi, ma anche nel clima di raccoglimento che abbiamo vissuto in città. Le emozioni sono passate dalla comunicazione dei media fino a essere vissute individualmente, all’interno delle famiglie o di piccoli gruppi, in una dimensione collettiva vera e tangibile. Questo ci ha sorpreso e colpito positivamente: non c’è stato bisogno della promozione degli incontri: soggetti privati, pubblici, associazioni, enti e cittadini si sono mossi insieme, a dare ancora più valore a un evento che era già in programma, a dimostrazione della sensibilità della nostra comunità contro la violenza di genere.

 

Che feedback ha ricevuto dall’evento del 24 novembre?

L’impressione che ho avuto è stata che la nostra città non sfugge ai tempi che viviamo, davvero terribili sotto il profilo della violenza sulle donne. Sembra quasi che il maschio italiano viva una sorta di regressione, un’incapacità ad accogliere una rivoluzione femminile nata tanti decenni fa e che ancora oggi trova, invece che disponibilità e ascolto, atteggiamenti ostili e incapaci di accogliere. Questo scenario ci spinge a non mollare la presa, a far entrare a maggior ragione questi temi nell’agenda sociale della nostra città. Le amministrazioni pubbliche, infatti, hanno la responsabilità di guidare la comunità cittadina e generare un sentimento e una responsabilità collettivi. Questa è la sfida per i prossimi anni. Noi siamo pronti a coglierla fino in fondo, non soltanto promuovendo eventi, ma con percorsi educativi per le scuole e i giovani, di confronto per gli adulti e con progetti che abbiano un valore culturale in grado di incidere sui comportamenti.

 

Qual è il valore aggiunto della partecipazione di Sorgenia?

Sorgenia investe su questo territorio per generare energia pulita, e rappresenta il valore di un’azienda che non è qui soltanto per generare la mission di ogni impresa, quella di fare utili, ma anche per essere attenta: da una parte alla salvaguardia del Pianeta e alla transizione ecologica, e dall’altra a generare valore sul territorio anche per la comunità che la accoglie. In questo modo si riesce ad andare oltre la logica del mero scambio, delle royalties o delle misure compensative, per dare vita a progetti di collaborazione che si inseriscono, come in questo caso, nel contesto della comunità cittadina per generare valore sociale. La vera sfida, infatti, non è soltanto quella dell’agenda 2050, ma riguarda più in generale l’impatto sui territori, che deve generare valore per tutti, per l’impresa, per il Pianeta e per la comunità. Quando i vantaggi non sono soltanto ecologici, non sono soltanto ambientali, ma diventano anche valore sociale, la transizione trova una realizzazione vera, completa, di sostenibilità a 360 gradi. Credo che Sorgenia stia interpretando questa mission proprio nella direzione in cui anche noi la immaginiamo.