COMUNITÀ ENERGETICHE RINNOVABILI, BERTONICO OTTIENE L’ABILITAZIONE DAL GSE

La commercial project engineer per le energy communities Camilla Carcani: “Grazie a questo passaggio gli aderenti alla nostra seconda CER potranno usufruire degli incentivi del Gestore dei Servizi Energetici. E per il prossimo anno prevediamo una forte accelerazione sui nuovi progetti” 

“L’abilitazione ricevuta dal Gestore dei Servizi Energetici per la comunità energetica rinnovabile di Bertonico è un traguardo importante. Questa realtà va ad aggiungersi a quella di Solisca, a pochi chilometri di distanza, nel territorio del comune di Turano Lodigiano, che era stata abilitata già nel 2022. Questo riconoscimento consentirà a chi ha aderito alla comunità di poter iniziare a usufruire degli incentivi messi a disposizione dal GSE, e vedere quindi i primi risultati concreti di questa iniziativa partita nel 2021”. A parlare è Camilla Carcani, Commercial Project Engineer - Energy Communities della divisione Sales Business & Green Tech di Sorgenia, che è stata impegnata in prima persona nell’iter che ha portato alla formazione della comunità energetica rinnovabile di Bertonico, in provincia di Lodi.

 

Camilla, come nasce questa esperienza a Bertonico?

Nasce in parallelo con quella di Solisca. Nel caso di Bertonico gli impianti da cui è partita la CER sono due: uno da 25 kW sui tetti della mensa della scuola e un altro, sulla sede della protezione civile, da 9 kW. Il progetto è stato avviato nel 2021 con le installazioni dei pannelli fotovoltaici, entrati in esercizio nel luglio 2021, ma già con l’idea di inserire gli impianti in un CER. Quando avviammo il progetto era appena partita la sperimentazione con il decreto Milleproroghe, in attuazione della Direttiva EU RED II. Siamo un po’ dei pionieri in questo campo, abbiamo sfruttato la fase sperimentale e indirizzato il nostro progetto anche seguendo l’evoluzione del contesto regolatorio. L’esperienza è talmente positiva che abbiamo un programma sfidante per proseguire con convinzione sulla strada delle comunità energetiche rinnovabili.

 

Qual è oggi la fotografia delle CER di Sorgenia e quali sono i vostri obiettivi?

Abbiamo avuto finora più di cento interlocuzioni con amministrazioni comunali in tutta Italia, che hanno portato alla realizzazione di una ventina di studi di fattibilità, alla nascita di due comunità, e a tre progetti che ormai sono nella fase esecutiva finale. Ma il nostro obiettivo per il prossimo anno è di arrivare a raddoppiare e se possibile a triplicare questi numeri, mentre su un orizzonte di 5 anni vogliamo arrivare a realizzare diverse decine di CER, anche di dimensioni più grandi.

 

Quali sono i vantaggi delle comunità energetiche rinnovabili?

Le CER sono uno degli strumenti della strategia europea per la transizione energetica sostenibile, promuovono la generazione distribuita tramite lo sviluppo di impianti per la produzione di energia verde e incentivano la condivisione di questa produzione a km zero. Questo ha ricadute positive anche dal punto di vista sociale, grazie al coinvolgimento di realtà del territorio in uno sforzo che promuove la coesione e porta un contributo economico, utile a mitigare la povertà energetica ed essere d’aiuto in particolari situazioni di fragilità. La soglia dI attenzione delle istituzioni e dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni è sempre stata alta e caratterizzata dall’uniformità di intenti. Nonostante questo, però, non siamo ancora usciti dalla fase sperimentale, e quindi c’è ancora molto da fare.

 

Quali sono stati i passi che hanno portato alla nascita della CER di Bertonico?

Nel 2021 gli impianti erano già attivi, e da quel momento sono iniziate le interlocuzioni con il comune e con i cittadini, attraverso le quali abbiamo potuto illustrare cosa fossero le comunità energetiche rinnovabili e cosa volesse dire farne parte. Nel frattempo, abbiamo raccolto insieme all’amministrazione tutta la documentazione necessaria per costituire il veicolo giuridico. Nel 2023 è stata costituita l’associazione: si chiama Songroen, che tradotto da una lingua africana vuol dire “sole verde”. A giugno è stata presentata la richiesta al GSE per usufruire degli incentivi per la condivisione dell’energia previsti dalla normativa per le CER, e a metà settembre è arrivata l’abilitazione, che sarà retroattiva e partirà dal momento della presentazione della domanda, il 14 giugno. E da qui in avanti la comunità potrà soltanto allargarsi per arrivare a coinvolgere un numero sempre più alto di cittadini e imprese, oltre che sviluppare nuovi impianti per la produzione di energia rinnovabile.

 

Qual è oggi la situazione dal punto di vista normativo?

Come dicevo, siamo ancora in una fase che potremmo definire sperimentale. Il cambiamento più atteso in questo momento è l’ampliamento del perimetro di aggregazione delle comunità energetiche. Se finora infatti a queste iniziative potevano aderire soltanto le utenze appartenenti alla stessa cabina secondaria di trasformazione dalla media alla bassa tensione, questi confini si dovrebbero ampliare fino a coinvolgere gli utenti che fanno riferimenti alla stessa cabina primaria di trasformazione da alta a media tensione, quindi a un’area più ampia, ma anche impianti singolarmente di potenza fino a 1 MW. Intanto siamo in attesa dei decreti attuativi che definiranno i nuovi sistemi di incentivazione e chiariranno le norme sulla potenza degli impianti ammessi.

 

Questa fase sperimentale porta anche a difficoltà burocratiche?

Certo, in generale sarebbe necessario un grande sforzo di semplificazione. Ci sono, infatti, ancora procedure amministrative complesse che rallentano la formazione delle comunità, come ad esempio le verifiche con il distributore sugli utenti ammessi a partecipare alle CER, che nel caso di Bertonico hanno richiesto quattro mesi. L’abilitazione del gestore, invece, è stata più lineare, e rappresenta insieme un traguardo, quello del riconoscimento ufficiale della comunità, e un punto di partenza per il suo sviluppo futuro.

 

Quali nuove prospettive si aprono per il futuro dalle CER?

Ovviamente sarà fondamentale fare in modo che i consumi di ciascuno possano essere riconosciuti e valorizzati con procedure semplici e rapide, perché in questo modo sarà possibile ottenere anche un beneficio economico, arrivando a ottimizzare gli investimenti sostenuti dai comuni per la realizzazione degli impianti. Senza dimenticare che al centro di tutto rimane l’aspetto ambientale, quello di poter usufruire di energia a km zero prodotta grazie alle fonti rinnovabili dagli impianti del comune. A questo c’è da aggiungere l’aspetto sociale, dal momento che l’amministrazione comunale potrà utilizzare per fini sociali i ricavi delle proprie azioni green, ad esempio destinandoli, in tutto o in parte, per supportare le famiglie in condizioni di fragilità.