WOMEN MENTORING, RUDELLI: “AIUTEREMO LE STUDENTESSE A CREDERE IN SÉ STESSE”

La Business Intelligence Manager di Sorgenia illustra il progetto rivolto a una ventina di laureande in ingegneria e realizzato con il Career Service del Politecnico di Milano: “Le sosterremo nell’immaginare il proprio percorso di carriera e far emergere le proprie capacità personali, vincendo le discriminazioni di genere

Un percorso parallelo di cinque incontri per consentire a venti ragazze di confrontarsi con cinque professionisti di Sorgenia sui temi dell’inclusione nel lavoro per chi ha scelto le discipline Stem (science, technology, engineering e mathematics): è il programma di Women Mentoring messo a punto da Sorgenia in collaborazione con il Career Service del Politecnico di Milano, che ha preso il via con il kick-off meeting del 30 gennaio e che proseguirà dal 16 febbraio fino al 16 marzo, con un incontro di chiusura programmato per il 28 marzo. Elena Rudelli, Business Intelligence Manager di Sorgenia, racconta in questa intervista in cosa consiste il progetto e come ha intenzione di organizzare il proprio ciclo di incontri.

 

Elena, ci racconta qualcosa di più di questo programma?

Nasce dalla collaborazione con il Politecnico di Milano, ed è rivolto alle studentesse di laurea magistrale in ingegneria. La scelta è ricaduta su un programma internazionale, quindi in lingua inglese, per coinvolgere una base il più possibile ampia. L’idea è di proporre alle ragazze cinque incontri in cui una persona di Sorgenia affronterà con le studentesse temi utili per guardare al futuro lavorativo e credere in sé stesse. Mi pare rilevante che i mentor non saranno tutte donne, ma ci sarà anche un uomo, che potrà portare un’esperienza e un punto di vista utile. Ognuno di noi mentor seguirà un gruppo di quattro-cinque studentesse per tutto il ciclo di incontri, mettendo la propria sensibilità e le proprie conoscenze a disposizione di chi inizia a immaginare e pianificare il proprio futuro nel mondo del lavoro, trattando cinque macrotemi.

 

Quali sono i macrotemi che tratterete?

Il primo è il percorso di carriera, per capire come indirizzare il proprio potenziale e le proprie capacità per progredire sul lavoro. Il secondo riguarda la leadership femminile, per capire come posizionarsi nel mondo del lavoro. Poi un approfondimento sulle competenze con particolare riferimento alle soft skill, per individuare quali siano lo più utili per avere successo, e il quarto punterà sulle capacità per essere ed essere riconosciute come leader innovative. Il quinto riguarderà il cosiddetto work-life balance, quindi come trovare un equilibrio tra la propria vita personale e quella lavorativa. Ognuno di noi, ovviamente, declinerà questi temi a modo proprio e secondo la propria esperienza.

 

Come pensa di impostare il suo ciclo di incontri?

Ho scelto di dare a ogni incontro un titolo prendendo spunto da una citazione letteraria, a iniziare da “The importance of being Earnest” di Oscar Wilde, il primo incontro in cui mi piacerebbe dire alle studentesse che bisogna essere molto attente a tarare le proprie aspettative misurandole con la realtà. A volte avere come punto di riferimento “il lavoro dei sogni” può essere fuorviante, non è sempre detto che il lavoro dei sogni sia il lavoro della vita, ma in ogni situazione bisogna adattarsi ed essere in grado di dare il meglio di sé. Un incontro successivo sarà ispirato dal celebre “To be or not to be” dell’Amleto di Shakespeare: in questo caso vorrei far passare l’idea che c’è la possibilità e lo spazio perché si affermi un modello di leadership “gentile”, e che in ogni caso sia fondamentale mantenere la propria personalità anche all’interno di un ruolo di leadership, di non tradire sé stessi per raggiungere l’obiettivo di essere leader.

 

Quale sarà il filo conduttore della sua proposta alle studentesse?

Vorrei trasmettere quello che ho imparato dalla mia esperienza, cercando di stimolare le studentesse ad aprirsi e a raccontare cosa si aspettano dal loro futuro lavorativo. Diciamo che vorrei mantenere in tutti gli incontri un doppio livello: da una parte raccontare la mia storia lavorativa, le difficoltà che ho incontrato e come le ho affrontate, e dall’altra vorrei capire da loro come immaginano il futuro, che tipo di ostacoli si aspettano di dover superare e che tipo di soddisfazioni vorrebbero.

 

Cosa l’ha spinta a cimentarsi in questa esperienza di mentorship?

Nella mia carriera ho avuto finora modo di confrontarmi spesso con persone più giovani, con le quali ho potuto condividere la mia esperienza. Prendermi cura della formazione dei più giovani è un elemento che mi caratterizza come persona. Nel lavoro ho l’opportunità di seguire questa inclinazione con i ragazzi più giovani che entrano nel mio gruppo. L’altro elemento è che anche io provengo da una formazione scientifica, quindi posso immaginare quanto alcune di queste studentesse siano spaventate dal fatto che il percorso lavorativo possa essere non strettamente legato alla loro laurea, discostandosi in parte dalla formazione universitaria. E posso essere utile a far capire loro quanto questo elemento possa essere un’opportunità per esprimere al meglio le loro potenzialità, e non per forza di cose un ostacolo.

 

Come vive ogni giorno il tema del gender gap nel suo lavoro?

Sono fortunata, il mio gruppo è un caso raro: siamo un team a forte prevalenza femminile, composto per lo più da ragazze laureate in materie scientifiche. Ma so bene che nella maggior parte dei casi la situazione è diversa, e che ci sono vere e proprie discriminazioni nei confronti delle donne. Un programma di mentorship come questo può aiutare a costruire una mentalità diversa, a dare maggiore consapevolezza alle ragazze sulle proprie potenzialità.

 

Quale può essere il ruolo degli uomini in questo percorso?

Credo che sia fondamentale. Nel mio caso, il mio capo precedente era un uomo, e anche grazie a lui e alla sua sensibilità il nostro gruppo si è rafforzato. La costruzione del mio percorso di carriera è stata in pratica trainata da un leader uomo, una figura lungimirante che ha permesso a un gruppo piccolo di crescere e farsi strada superando le discriminazioni di genere.