WOMEN MENTORING, IZZO: “CONSIGLIERÒ CORAGGIO E DETERMINAZIONE”

La Procurement & General Services Manager di Sorgenia è tra i mentor del progetto realizzato con il Politecnico di Milano: “Alle studentesse trasmetterò l’idea che dovranno imparare a farsi strada senza sminuirsi e rinunciare alla propria personalità, sapendo che trovare un equilibrio tra il lavoro e la vita privata è possibile

“La disparità di genere è un tema a cui mi sono appassionata con il tempo, al punto di fare una ricerca sul gender gap per comprendere meglio il contesto attuale anche in ambito internazionale. È stato un argomento che ho portato con me anche nelle mie esperienze professionali precedenti, ho potuto toccare con mano quanto fossero poche le donne manager con figli. Più si sale nelle gerarchie aziendali e più ci si sente sole. È una consapevolezza che è maturata nel tempo, e per questo sono contenta di dare il mio contributo al programma di Women Mentoring realizzato da Sorgenia in collaborazione con il Career service del Politecnico di Milano”. Simona Izzo, Head of Procurement Corporate, Power and Bioenergy di Sorgenia, spiega così l’entusiasmo con cui partecipa al progetto che si articolerà in cinque incontri con un gruppetto di studentesse di laurea magistrale in ingegneria, in tutto una ventina, suddivise in cinque gruppi, ognuno dei quali sarà affidato a un manager di Sorgenia, per parlare di inclusione nel lavoro per le ragazze che hanno scelto le discipline Stem (science, technology, engineering e mathematics). Dopo il kick-off meeting del 30 gennaio, il ciclo continuerà dal 16 febbraio al 16 marzo, con l’incontro di chiusura fissato per il 28 marzo.

 

Simona, che esperienza trasmetterà alle studentesse che parteciperanno al suo ciclo di incontri?

Porterò la testimonianza di una professionista che ha trovato la propria strada. Nel tempo ho maturato la consapevolezza di problemi che per essere risolti hanno bisogno di un cambiamento culturale. Tutto inizia ben prima di sfociare nel mondo del lavoro: spesso le donne sono estremamente autocritiche, si autopenalizzano, sono troppo severe con sé stesse e non sono abbastanza attente nella scelta del proprio partner, che ha un ruolo fondamentale nel bilanciamento tra la vita professionale e quella familiare. La mia volontà di impegnarmi è nata da questa riflessione, dalla rabbia con cui ho assistito ad alcuni momenti emblematici, come quello dell’emergenza Covid-19, in cui è stato chiaro come il sacrificio più grande sia stato richiesto alle donne.

 

Qual è il valore, in questo contesto, del progetto di Women Mentoring?

Trovo che sia un’iniziativa estremamente importante, perché va a creare una relazione forte con una prateria di potenziali margherite a cui serve un mentor per poter crescere più rigogliose, un role model che le aiuti a definire bene il loro percorso professionale. E’ un terreno in cui non ci si può improvvisare, si deve cercare di delineare attentamente la strada.

 

Come organizzerà il suo ciclo di incontri?

Ognuno dei cinque momenti di lavoro sarà una leva per agire su un topic: parleremo dell’importanza di essere coraggiose, di prepararsi ai percorsi di carriera avendo una visione chiara, senza rimanere chiuse in un guscio. Poi la leadership al femminile, per non cadere nel tranello di simulare la leadership maschile: ognuna deve avere un proprio stile speciale e unico, esprimendo al meglio sé stessa e utilizzando le proprie caratteristiche. Il terzo tema riguarda il networking e la mentorship: in questo hanno un ruolo di primo piano anche gli uomini (ho avuto la fortuna di scegliere e farmi guidare da mentori davvero illuminati e ispirativi) che a mio avviso sono centrali nel percorso di cambiamento. A seguire parleremo del work-life balance: nulla è impossibile se si impara ad organizzarsi e se si può contare su un partner sensibile. E infine la “coalizione” tra donne: siamo ancora oggi considerate deboli nel fare squadra. Dobbiamo essere capaci di coalizzarci e di far cambiare questa percezione, perché c’è da ammettere che oggi gli uomini (quanto meno nella percezione comune) sono tendenzialmente più solidali ed efficaci.

 

Perché rivolgersi alle ragazze che studiano Stem?

Le Stem sono il futuro. Intelligenza artificiale, robotica, data mining, questa è la sfera dalla quale le donne capitalizzeranno di più, il campo in cui nascono i germogli migliori. Credo sia stata importante anche la scelta di tenere gli incontri in lingua inglese, perché ormai le università più quotate hanno utenze internazionali. È giusto che sia così, perché siamo nel pieno di un processo di internazionalizzazione che riguarda anche le competenze. Anche in questo caso, non c’è da temere il confronto sul gender gap: non è un tema italiano, ma globale, e in Italia non ci discostiamo di molto dalle medie internazionali. Anzi, per fare un esempio guardando alle discriminazioni salariali, in Italia il gender pay gap è uno dei più bassi in Europa.

 

Qual è il valore aggiunto che può portare Sorgenia in questo percorso verso l’uguaglianza di genere?

Sorgenia è stato un cambiamento voluto nel mio percorso di carriera, è un’azienda davvero speciale: fresca, dinamica, aperta ed estremamente sensibile a queste tematiche. Se si è coraggiose, determinate e preparate, e non si ha paura di mettersi in gioco, le gratificazioni arriveranno. Sono madre di due figlie, e ho avuto la forza e il coraggio di perseguire la mia convinzione, che non si possa essere madri appagate se non si è in prima battuta donne appagate. Essere madre non può voler dire rinunciare alle proprie ambizioni, non è impossibile far convivere la carriera con la famiglia. C’è un momento iniziale in cui è necessario stringere i denti, ma poi c’è l’appagamento, e vorrei trasmettere alle ragazze con cui mi confronterò che si tratta di una soddisfazione che è bello godersi.