WOMEN MENTORING, DI MATTEO: “SERVE AMBIZIONE E VOGLIA DI COMBATTERE LE INSICUREZZE”

La Business Analyst - Hedging & Structuring di Sorgenia: “Mi sento ancora molto vicina alle studentesse. Cercherò di portare loro la mia esperienza, di rispondere ai loro dubbi. Con un messaggio: siate coraggiose, non abbiate paura di rischiare o di cambiare”

“Il progetto di Women Mentoring di Sorgenia in collaborazione con il Career Service del Politecnico di Milano lo considero come un banco di prova. Rispetto agli altri mentor ho un’anzianità di servizio più bassa, e posso portare alle partecipanti il punto di vista di chi sta iniziando adesso la propria carriera, e di chi ha avuto paura, all’inizio, di candidarsi per una posizione. Mi sento di poter aiutare le studentesse che non sanno se inviare una application perché non si sentono al 100% adeguate a quella posizione. Vorrei convincerle a rischiare, a non autolimitarsi”. A parlare è Rosa Di Matteo, giovane ingegnere che in Sorgenia è Business Analyst - Hedging & Structuring. Rosa è una dei cinque mentor che parteciperanno al progetto rivolto a una ventina di studentesse di laurea magistrale in ingegneria del PoliMi, e che potranno confrontarsi in gruppi da quattro con cinque professionisti di Sorgenia sui temi dell’inclusione nel lavoro. Dopo il kick-off meeting del 30 gennaio, il ciclo continua dal 16 febbraio al 16 marzo, con l’incontro di chiusura fissato per il 28 marzo.

 

Rosa, cosa porta del suo percorso personale in questa esperienza?

L’invito che rivolgo alle studentesse è di essere coraggiose, ambiziose, di non precludersi le opportunità che si aprono davanti a loro. Credo che se si è incuriosite da un lavoro, soprattutto quando si è all’inizio del proprio percorso professionale, la cosa giusta sia rischiare. È quello che dirò loro perché è quello che ho imparato: sono entrata nel mondo del lavoro sei anni fa, e i primi quattro li ho passati in un settore completamente diverso da quello di Sorgenia, dove sono entrata due anni fa. Mi occupavo dell’analisi dei dati per la logistica di una grande compagnia di trasporti marittimi. Dopo questa prima esperienza, ho deciso di cambiare e mettermi alla prova. Ho assecondato la mia curiosità e si sono aperte altre porte.

 

Anche un colloquio andato male può essere un arricchimento professionale?

Certo, ma purtroppo chi esita a mandare il curriculum all’azienda dei propri sogni non lo sa. Il problema è che quando si aspetta di essere “più pronti”, quando ci si concede qualche mese in più per avere più chance, non si considera che le situazioni possono cambiare e che le finestre che erano aperte potrebbero chiudersi. Non ci si deve mai bocciare da soli, ma vivere le situazioni ed eventualmente incassare una risposta negativa. Mi è capitato di sostenere colloqui in cui non sono stata accettata, ma sono state occasioni costruttive e formative, da cui ho sempre imparato qualcosa.

 

Qual è dal suo punto di vista il valore aggiunto di questo progetto?

È il progetto che avrei voluto seguire anch’io quando ero studentessa e mi trovavo nella condizione di mandare i primi curriculum. Credo che possa essere utile per capire meglio come è strutturato il mondo del lavoro e poter contare sul punto di vista di qualcuno che ha già fatto qualche passo. Ovviamente come mentor non potremo dare certezze per tutti i dubbi, ma potremo confrontarci e sfruttare questa occasione per crescere insieme.

Un tema centrale, ad esempio, è il work-life balance: credo che la ricerca di un punto di equilibrio non riguardi soltanto le colleghe e i colleghi che sono genitori, ma anche tutti gli altri, compresi i più giovani: è giusto vivere il lavoro con entusiasmo, assecondare la propria voglia di fare, ma tutto questo non deve indurre a trascurare la propria vita privata.

 

Finora non abbiamo parlato di discriminazioni di genere per le laureate Stem…

 

Questa è una difficoltà in più per le giovani che entrano nel mondo del lavoro, anche se spero che gradualmente la situazione migliori, grazie al fatto che oggi le donne ingegnere sono già molte di più rispetto soltanto a pochi anni fa. In Sorgenia il gender gap non è un tema che si senta in modo particolare: guardandosi intorno si ha la sensazione che la parità di genere in azienda sia un risultato molto vicino. Ma nel mio lavoro precedente ero una dei pochi ingegnere donna in un ambiente tecnico molto maschile: mi sono inserita in punta di piedi, senza imitare i comportamenti dei miei colleghi. Sono riuscita a far valere la mia visione, la mia gentilezza, la mia diplomazia, e gradualmente ho conquistato il rispetto di tutti. Vorrei dire alle studentesse che incontrerò di essere sé stesse, di non snaturare il proprio carattere per farsi accettare.